Si fa strada l'ipotesi che il lavorare possa certificare la propria malattia direttamente all'Inps per assenze inferiori ai 3 giorni. Un modo per sollevare i medici da responsabilità che spesso sono costretti a assumersi con conseguente sentenza di condanna e la radiazione dall'albo, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione con il Ssn. E' probabile che si arrivi ad un decreto legge ad hoc
La mozione presentata in Senato (clicca qui per leggere il teso completo) ha origini lontane, da quando si sono fatte sempre più pressanti richieste ricevute dagli Ordini dei Medici e dai medici di base, nel mirino dei pazienti con patologie difficili da verificare e gli organi di vigilanza. La norma proposta interviene di fatto sulla legge Brunetta e prevede la possibilità per il lavoratore di attestare la propria condizione direttamente all'Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) ed al datore di lavoro nei casi di assenza dal lavoro, per malattia protratta per un periodo inferiore ai 3 giorni.
Dunque, con l'autocertificazione da parte dei cittadini per le assenze brevi, si eviterà che il medico attesti in buona fede patologie difficilmente obiettivabili, evitando, quindi, di dichiarare il falso. Giova ricordare che l'art. 55-quinquies, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, prevede la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 400 a 1.600 euro per il lavoratore che attesti falsamente la propria presenza in servizio o giustifichi l'assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia. La stessa pena viene applicata anche al medico. Ma non è tutto: con questo sistema, sostengono i senatori che hanno depositato la mozione, ci sarà anche un risparmio per il servizio sanitario nazionale grazie alla mancata prescrizione di esami da “medicina difensiva”.
Fonte: interna, QS
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