Il M5s denuncia irregolarità nel Dl enti locali a favore delle aziende farmaceutiche
"Almeno duecento milioni di euro di regali alle aziende farmaceutiche attraverso due emendamenti contenuti nel Dl Enti Locali che si traducono in mancati risparmi per la sanità pubblica". La denuncia viene dai deputati del Movimento 5 stelle che ieri hanno tenuto conferenza stampa a Montecitorio per fare il punto sui tagli alla Sanità portati avanti negli ultimi anni. "E' un calcolo approssimativo e a ribasso", specifica Giulia Grillo, membro della Commissione Affari Sociali della Camera.
Quello arrivato alla Camera dopo l'approvazione del Senato, è un decreto "vergognoso", secondo Paola Taverna, membro della Commissione Sanità del Senato, "che segna tagli impressionanti al Servizio Sanitario Nazionale, ma non si dimentica di fare grandi favori alle case farmaceutiche". I due emendamenti in questione, approvati dal Governo, sono a firma di esponenti di Forza Italia, NCD e CRi, "tra cui Mandelli, presidente dell'ordine dei Farmaciste e D'Ambrosio Lettieri, vice presidente dell'Ordine dei Farmacisti", ha spiegato Massimo Baroni dei M5s. Il primo emendamento, spiegano gli esponenti del Movimento 5 stelle, ''fa in modo che, nel corso delle procedure di rinegoziazione dei prezzi, all'interno dei raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili, vengano separati i farmaci con brevetto ancora valido da quelli a brevetto scaduto. Questo comporta l'impossibilità di un reale confronto, in quanto alcuni farmaci sotto tutela brevettuale sono gli unici presenti all'interno di un singolo raggruppamento. I farmaci a brevetto scaduto hanno un prezzo di molto inferiore e, quindi, il mancato confronto potrebbe comportare un mancato risparmio".
Il secondo emendamento elimina la riduzione di almeno il 20% del prezzo dei farmaci biotecnologici dal momento della loro scadenza. In questo modo, spiegano, in fase si rinegoziazione sul prezzo, potrebbe anche non essere applicata alcuna riduzione. "Stiamo assistendo al totale fallimento degli enti regolatori nei più grandi business, come l'Agenzia regolatoria del farmaco (Aifa), mangiati al loro interno e messi in condizioni di non esser regolatori", commenta Massimo Baroni. "O capiamo che dobbiamo combattere una battaglia contro i conflitti di interessi - conclude - o continueremo ad avere il Parlamento in mano a lobby nazionali e internazionali".
Fonte: ansa, m5s
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