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La Gdf denuncia 482 medici per iperprescrizioni. Milillo con Fnomceo

Professione Redazione DottNet | 18/09/2015 18:57

Iper prescrizioni: dalla Puglia arriva un blitz della Guardia di Finanza contro 482 medici che avrebbero prescritto oltre 15mila farmaci dal costo elevato. Milillo si associa all'iniziativa della Fnomceo per uno sciopero contro i tagli alla sanità e alle penalizzazioni di medici e pazienti

La guardia di finanza ha segnalato alla procura pugliese della Corte dei conti 482 medici delle province di Brindisi, Lecce e Taranto per aver arrecato un danno al Servizio sanitario nazionale di 194.000 euro. Avrebbero prescritto 15.541 confezioni di farmaci, arrecando un aggravio al bilancio dell'Asl di Brindisi, secondo un meccanismo ritenuto non corretto: si tratta di alcuni antiipertensivi di costo elevato (sartani in associazione), usati per la cura di insufficienza cardiaca, diabete e di altre condizioni cliniche ad elevato rischio cardiovascolare, rimborsabili dal Ssn purché venga effettuata preliminarmente una cura con farmaci simili il cui costo è inferiore al primo. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Brindisi hanno segnalato quindi i medici che avrebbero contravvenuto ai criteri fissati dall'Agenzia italiana del farmaco e alle disposizioni della Regione perché possa essere disposto il recupero delle somme ingiustamente addebitate all'azienda.

Le indagini, avviate dal nucleo di polizia tributaria appartenente ai “baschi verdi”, hanno riguardato l’incrocio di alcuni dati dell’azienda sanitaria, controllando le prescrizioni di medicine per insufficienza cardiaca, diabete e altre patologia ad elevato rischio cardiovascolare. Nel dettaglio,sono stati esaminati i rimborsi legati al servizio sanitario nazionale dal 2012 al 2014. Pertanto, gli stessi militari indicano pure la somma che ciascun professionista sia tenuto a rendere.

Stando a quanto sostenuto dalle Fiamme Gialle, ciò in contrasto con le indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco, nonché con quelle dell’assessorato regionale alla Sanità per l’attuazione del piano di rientro sanitario. Di norma, infatti, la prescrizione del tipo di farmaci contro l’ipertensione dovrebbe essere preceduta da un adeguato trattamento con preparati contenenti lo stesso principio attivo, ma non in associazione fissa (che costa circa un terzo in meno dei primi, come accennato in apertura d’articolo).

E non è tutto. Oltre a questa indagine, la guardia di finanza ha analizzato sette anni di contabilità di un imprenditore brindisino, fornitore di servizi presso l’Asl locale, rilevando una mancata dichiarazione di oltre 7 milioni di euro.

Intanto la Fimmg rilancia l’allarme diffuso dalla FNOMCeO e ne sosterrà con i suoi iscritti tutte le iniziative.

 “Appare chiara ormai una situazione diventata insostenibile per tutti i medici e di conseguenza per i cittadini da loro assistiti, caratterizzata da discussioni sulla sanità in termini di spesa e mai di investimenti sia politici che finanziari tesi al recupero di una offerta nazionale della assistenza medica – dichiara Giacomo Milillo Segretario Nazionale della FIMMG  – e appare anche evidente che, nonostante tutti i tentativi di interlocuzione, l’atteggiamento rimane quello di un mancato coinvolgimento nelle scelte e di indifferenza alla necessità di sostenere una figura quale quella dei medici, necessaria ai cittadini sia per i bisogni assistenziali, ma anche per quell’affidamento a un soggetto professionale di cui bisogna fidarsi, non a un soggetto di cui dubitare continuamente, che decide su meccanismi economicistici o peggio di risparmio sulla salute dei cittadini”.

“Non è difficile individuare le cause e le responsabilità in un sistema che, con la regionalizzazione della sanità,  è stato capace solo di determinare interessi di organizzazione regionalistica e non propone mai una sintesi dell’interesse nazionale alla salute della popolazione. Appaiono evidenti le discussioni di regioni che, con piglio ragionieristico, difendono solo i loro conti e plaudono a una offerta assistenziale regionale senza curarsi di un progetto unitario di tutte le regioni - continua Milillo - A cosa serve una Conferenza Stato Regioni, nelle intenzioni del legislatore, se non a definire come si omogeneizzano le pratiche assistenziali in un interesse collettivo e non a ricatti e baratti tra interessi parziali, che devono essere difesi quasi come i confini e i muri che in questi giorni si ripropongono verso gli interessi umanitari dei richiedenti asilo?”.

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Non è per questo che la maggior parte dei medici ha intrapreso e ama la professione medica, non è per questo che un medico ogni giorno si mobilita e opera  in scarsità di risorse e senza una progettualità prospettica, che gli renda merito del ruolo che dovrebbe avere in uno Stato che lo riconosce come servitore dello stesso e dove lo Stato, e forse va ricordato, è l’insieme dei cittadini, non l’interesse politico di 21 governatori” conclude Milillo “Perciò è necessario mettere insieme questi sentimenti etici della professione a difesa della stessa, per questo nessuno si sottrarrà alla parola d’ordine MOBILITIAMO LA PROFESSIONE MEDICA e se ci sarà qualcuno che intenda sottrarsi suggeriamo al cittadino di dubitarne perché quello non è un vero medico”.

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