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CGIL al comune di Milano, no a tavolo pericolosità sociale

Psichiatria Redazione DottNet | 23/12/2008 16:12

La Cgil di Milano contro il 'tavolo prevenzione pericolosità sociale', task force istituita dall'assessorato alla Salute del Comune di Milano coinvolgendo i Dipartimenti di salute mentale delle aziende ospedaliere cittadine e le Forze dell'ordine. Il sindacato rinfocola la polemica e si unisce alle voci dei consiglieri comunali Giuseppe Landonio (gruppo misto) e Ignes Patrizia Quartieri (Rifondazione comunista) che in questi giorni avevano dichiarato guerra all'iniziativa.

Non solo: per fare chiarezza convoca un'assemblea di tutti gli operatori dei dipartimenti di salute mentale degli ospedali coinvolti. Alla Cgil - spiegano in una nota Sebastiano Pandolfini, Corrado Mandreoli e Roberto Bellinazzi - non va giù in particolare il fatto che "l'assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna avrebbe incaricato l'ufficio psichiatria di Palazzo Marino di chiedere ai dirigenti dei vari Centri psicosociali di fornire i nomi delle persone socialmente pericolose". Secondo il sindacato si tratta di una "vicenda inqualificabile. La reintroduzione del concetto di 'pericolosità sociale' dei malati psichiatrici e la loro iscrizione d'ufficio tra i problemi di ordine pubblico porta a un clamoroso balzo indietro nel tempo.

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Non potrà che portare a un ravvivarsi delle discriminazioni e dello 'stigma' nei confronti delle persone con disagio mentale". Un'accusa alla quale l'assessore ha replicato negando di aver mai chiesto liste di nomi di soggetti pericolosi e confermando la volontà di mettere in piedi un "osservatorio scientifico sul disagio mentale, nel pieno rispetto della privacy". Ma al sindacato non basta: le istituzioni coinvolte nel problema, chiede la Cgil, "reperiscano invece adeguate risorse umane, economiche e strumentali per fronteggiare i veri bisogni delle persone affette da disagio mentale. Risorse assolutamente insufficienti in Lombardia".

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