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Tumori, il big killer resta quello al polmone

Oncologia Redazione DottNet | 05/12/2016 16:55

A rischio i giovani per il calo di attenzione nei confronti dei fumatori

Un "pericolosissimo" calo di attenzione sui danni da fumo di sigaretta, registrato negli ultimi anni, sta mettendo oggi a rischio la salute dei più giovani. A mettere in guardia è Ugo Pastorino, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, sottolineando come proprio il fumo resti tra i primi fattori di rischio per il cancro al polmone. Un 'big killer', che solo in Italia nel 2013 ha provocato oltre 33mila decessi, contro cui, però, oggi ci sono più armi a disposizione, a partire dall'immunoterapia.


    I passi avanti della Ricerca contro questa neoplasia sono il tema della 17/ma Conferenza mondiale sul cancro al polmone, apertasi a Vienna e promossa dall'Associazione internazionale per lo studio del tumore ai polmoni (Iaslc), con la partecipazione di oltre 6mila esperti da tutto il mondo.

E proprio dinanzi alla platea di specialisti internazionali, Pastorino è stato premiato con il prestigioso riconoscimento 'Joseph Cullen Award' alla carriera, assegnatogli per i risultati nella ricerca sulla prevenzione di tale neoplasia con oltre 30 anni di impegno. La parola chiave, dunque, afferma, "è anche 'prevenzione', ma rispetto al fumo c'è oggi un pericoloso calo di interesse e attenzione che ne favorisce la diffusione soprattutto tra i ragazzi e le giovani donne. Persiste la considerazione - avverte - che il tabacco renda più capaci e attivi nella vita sociale e lavorativa, e questo concetto va smontato parlando ai giovani con il loro linguaggio".

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Basti pensare che smettere di fumare, in qualsiasi momento della vita, ricorda, "riduce del 30-40% il rischio di morire per cancro del polmone e per tutte le altre cause". Eppure, 7 volte su 10, la prima 'bionda' si incontra prestissimo, tra i 15 e i 17 anni ed il 13,8% dei fumatori, secondo dati dell'Istituto superiore di sanità, ha iniziato addirittura prima dei 15 anni. E' dunque "fondamentale investire di più sulla prevenzione - afferma Pastorino - mentre, sul fronte delle terapie, ci sono importanti passi avanti, a partire dall'immunoterapia che sarà la grande protagonista di questo congresso mondiale". Tale approccio, che spinge il sistema immunitario a combattere direttamente il cancro, spiega, "apre un'era nuova, perchè dà la possibilità di invertire il rapporto tra tumore ed 'ospite', dando all''ospite' la capacità di difendersi dal cancro anche senza l'utilizzo di farmaci tossici. Inoltre, l'immunoterapia non solo è una nuova arma contro i tumori metastatici, ma apre scenari potenziali importanti anche per la prevenzione del cancro e la diagnosi precoce".

Progressi pure nella messa a punto del test del sangue per la diagnosi precoce del cancro polmonare, in grado di anticipare i risultati della tac spirale, la cui maggiore sperimentazione è in atto all'Int: "Il progetto è stato finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro Airc per altri due anni, per completare la sperimentazione. Il test è già 'avanti' per il polmone ma l'obiettivo - conclude Pastorino - è estenderne l'impiego anche ad altre neoplasia, dal melanoma al cancro alla prostata".

Il tumore del polmone è la prima causa di morte per cancro nel mondo ed ogni anno causa oltre 1,6 milioni di decessi. In Italia è la prima causa di morte per tumore per gli uomini e la terza per le donne. Tra i principali fattori di rischio, ribadiscono gli esperti riuniti a Vienna per la 17/ma Conferenza mondiale sul cancro al polmone promossa dall'Associazione internazionale per lo studio del tumore ai polmoni (Iaslc), c'e' il fumo da tabacco.


    Secondo le statistiche, nel nostro Paese la percentuale di mortalità è del 51,7% ogni 100.000 malati, contro una media UE del 55,5% e di poco al di sopra della Germania (50,9%). A dimostrazione, rilevano gli oncologi, dell'alto livello dei centri oncologici, anche se permane il ritardo (in media di un anno) con cui i farmaci innovativi si rendono disponibili per i pazienti rispetto all'approvazione europea. Dal 1999 ad oggi, secondo i dati dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), la percentuale dei malati di tumore al polmone è calata di circa il 2%, in maniera analoga alla diminuzione del consumo di sigarette. A questo dato positivo, si contrappone però un aumento del 2,6% nella popolazione femminile. Per le donne, infatti, sembra 'più facile iniziare' a fumare e più difficile smettere.


    Un effetto positivo, afferma la Iaslc, si sta tuttavia registrando a seguito dell'utilizzo in molti Paesi di avvertenze, anche con immagini 'forti', sui pacchetti di sigarette, con un "decremento del numero di giovani che iniziano a fumare ed un incremento del numero di fumatori che abbandonano le sigarette".
    La buona notizia, secondo le rilevazione Iaslc, riguarda anche la crescita della consapevolezza dei rischi per la salute associati all'uso di tabacco: "C'è un consistente appoggio dell'opinione pubblica ad un completo bando della vendita e dell'uso del tabacco: il 34,9% degli adulti in 18 Paesi europei -afferma l'associazione internazionale - sostiene infatti una strategia di eliminazione del tabacco".

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