Il 75% dei pazienti con il carcinoma polmonare è stato operato con successo. I dati dello studio internazionale Italia-Usa. La strategia: un mix tra chemio e immunoterapia
Un nuovo approccio terapeutico – con una combinazione specifica di chemio e immunoterapia – sembra aprire nuove strade nella cura del tumore al polmone in stato avanzato. Una nuova strada aperta da uno studio internazionale pubblicato su 'Jama Oncology', e ripreso da QN, che propone un approccio terapeutico innovativo per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III avanzato, consentendo l'asportazione del tumore in casi finora considerato non operabili.
La ricerca è frutto di una collaborazione tra centri di eccellenza in Italia e Stati Uniti che ha coinvolto, con il coordinamento dell'Ifo-Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire), il Dana-Farber Cancer Institute di Boston e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. “I dati – spiega una nota dell'Ifo – suggeriscono che chemioterapia e immunoterapia prima dell'intervento possono migliorare significativamente la patologia e consentire l'asportazione chirurgica in questi pazienti complessi”.
La ricerca ha incluso 112 casi clinici. Il 75% dei pazienti è stato sottoposto a chirurgia, con un tasso di risposta completa del 29% e risposta significativa del 42,2%. I pazienti trattati hanno ottenuto una sopravvivenza libera da malattia superiore a 52 mesi. “Il Regina Elena ha contribuito allo studio – evidenzia Federico Cappuzzo, direttore dell'Unità di Oncologia medica 2 dell'Ire e coordinatore della ricerca – attraverso l'arruolamento e la caratterizzazione molecolare dei pazienti, confermando il valore della cooperazione internazionale e dell'integrazione tra ricerca clinica e traslazionale. Il 75% dei pazienti è stato operato con successo, con una risposta completa alla terapia in quasi un terzo dei casi". "Grazie a questo approccio innovativo, di combinazione specifica di chemio e immunoterapia – sottolinea Lorenza Landi, responsabile dell'Unità Sperimentazioni cliniche di fase 1 e Medicina di precisione dell'Ire – siamo riusciti a ridurre la massa tumorale e rendere operabili pazienti con carcinoma polmonare localmente avanzato, e dare così nuove speranze a chi fino a ieri non aveva alcuna opzione chirurgica".
Il carcinoma polmonare in stadio III borderline resecabile o non resecabile rappresenta una delle sfide più difficili in oncologia, con opzioni di trattamento spesso poco efficaci. I risultati di questo studio offrono nuove speranze, indicando che un'attenta selezione dei pazienti e l'impiego strategico dell'immunoterapia prima della chirurgia possono cambiare la storia clinica della malattia. La chemioterapia insieme alla radioterapia – descrive la nota dell’istituto italiano – sono lo standard terapeutico per il tumore polmonare non a piccole cellule non operabile, mentre la chemio-immunoterapia neoadiuvante offre un'alternativa emergente per i tumori in stadio III resecabili, ma borderline. Lo studio ha dimostrato che l'associazione tra chemioterapia e immunoterapia, somministrata prima dell'intervento chirurgico, può migliorare significativamente l'efficacia del trattamento anche nei casi più complessi e con prognosi sfavorevole.
In particolare, il trattamento combinato con farmaci che bloccano le proteine PD-1 o PD-L1, coinvolte nel 'camuffamento' del tumore rispetto al sistema immunitario, ha permesso di rendere operabili 3 pazienti su 4, con una risposta completa alla terapia in quasi un terzo dei casi. "I risultati e il coordinamento dell'Ire – commenta Giovanni Blandino, direttore scientifico Ire – confermano l'importanza della ricerca traslazionale e del fare rete tra istituzioni di eccellenza per portare in tempi rapidi i risultati della ricerca alla pratica clinica".
Livio De Angelis, direttore generale Ifo-Ire, considera "estremamente importante impegnarsi per offrire sempre nuove opportunità terapeutiche” ai pazienti che fino a ieri avevano scarse chances di essere curati a causa del tipo e del grado di malattia.
"L'istituto è impegnato su tutti i fronti nella lotta al tumore del polmone: dalla diagnosi precoce alla chirurgia avanzata, dalle terapie oncologiche innovative alla ricerca traslazionale, con l'obiettivo di migliorare concretamente la qualità e le prospettive di vita dei pazienti". Lo studio è stato reso possibile grazie alla collaborazione, oltre che con i professionisti degli Ifo, con specialisti di altri centri romani di rilievo, quali la Chirurgia toracica del Policlinico universitario Sapienza - Sant'Andrea, la Divisione Pneumologia interventistica della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli e la Radioterapia oncologica (Medicina e Chirurgia) dell'Università Campus Bio-Medico.
Pronto a breve lo studio per la validazione scientifica di GastroForm, questionario di 79 domande che mira a identificare le persone a rischio di sviluppare il tumore dello stomaco
Al via 'La fortuna costa (la sfortuna di più)', nuova campagna nazionale promossa da Europa Donna
Un nuovo lavoro scientifico basato sullo studio Moli-sani evidenzia un’associazione tra consumo elevato di olio d’oliva e minore incidenza dei tumori del seno privi di recettori ormonali e HER2-negativi
La scoperta può portare a terapie più efficaci per gli uomini
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
Commenti