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Tumore polmone, progetto 'Chewbacca' per immunoterapia precisione

Oncologia Redazione DottNet | 30/07/2025 15:41

Al San Raffaele di Milano: è finanziato dalla Fondazione Veronesi

Diagnosi precoce e terapie su misura contro il tumore al polmone: sono questi i principali obiettivi della piattaforma di ricerca di durata quinquennale dedicata a questo tipo di neoplasia, la terza più diffusa in Italia con 44.831 nuove diagnosi nel 2024. L'iniziativa è finanziata dalla Fondazione Umberto Veronesi Ets e sviluppata in collaborazione con l'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Una delle progettualità della piattaforma è 'Chewbacca', progetto che rappresenta una nuova frontiera nella cura personalizzata del tumore con le cellule immunitarie.    Condotto presso la Divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive del San Raffaele, il programma ha come obiettivo quello di generare risposte immunitarie specifiche, potenti e durature, su misura per ogni paziente con il tumore al polmone.

     "Negli ultimi anni - spiega Chiara Maria Cattaneo, ricercatrice responsabile del progetto - le immunoterapie hanno rivoluzionato il trattamento di molti tumori solidi avanzati.    Tuttavia, la loro efficacia resta limitata ad una minoranza di pazienti, e manca la possibilità di prevedere con precisione chi risponderà. L'obiettivo è superare i limiti delle strategie attuali".

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    Il progetto, nello specifico, si concentrerà sullo sviluppo di una nuova strategia di immunoterapia personalizzata, in grado di generare in tempi rapidi linfociti T capaci di riconoscere e attaccare il tumore specifico di ogni paziente. Il cuore del progetto è un sistema di 'addestramento' in vitro, in cui le cellule immunitarie del paziente vengono esposte a una selezione delle mutazioni presenti nel proprio tumore, veicolate attraverso cellule B del paziente stesso, opportunamente modificate in laboratorio e ingegnerizzate. Questo processo consente la generazione, l'attivazione e l'espansione di cellule T realmente reattive contro il tumore, senza la necessità di prelevare tessuti tumorali freschi o isolare linfociti infiltranti.     "Grazie alla sinergia tra competenze scientifiche d'eccellenza, confidiamo che questa progettualità possa generare risultati concreti e duraturi. I possibili sviluppi di questo progetto potrebbero inoltre segnare una svolta nell'ambito dell'immunoterapia personalizzata anche nel trattamento di altri tumori solidi", sottolinea Valentina Gambino, coordinatrice delle piattaforme di ricerca e cura della Fondazione Umberto Veronesi.

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