La valutazione iniziale di autoanticorpi è importante per la classificazione ed il management dei pazienti diabetici.
Il diabete mellito (DM) viene generalmente classificato in due tipi: il tipo 1 (DM1), caratterizzato dalla distruzione delle cellule beta del pancreas; ed il tipo 2 (DM2), definito insulino-resistente. Precedentemente si pensava che il diabete si presentasse nei bambini solo nella forma 1, ma recentemente si è assistito ad un drammatico incremento del tipo 2. Ad ogni modo bisogna tener conto che classificare il diabete mellito sulla base delle caratteristiche cliniche è alquanto complicato. Ci sono inoltre dei casi, sempre più frequenti, di una forma particolare di diabete non dipendente dall’insulina e caratterizzato dalla presenza di autoanticorpi, evidenziati al momento della diagnosi.
Lo studio è stato disegnato per valutare le caratteristiche cliniche del DM infantile legate alla classificazione e al decorso clinico del LAD.
Nello studio sono stati coinvolti 91 soggetti che avevano ricevuto una diagnosi dal 2001 al 2015. Ogni paziente è stato sottoposto ad una valutazione delle caratteristiche cliniche ed esami di laboratorio. Sono stati distinti così in 3 gruppi:
I risultati hanno mostrato che nei pazienti LAD, l’età alla diagnosi e BMI Z-scores sono più alti rispetto a quelli in caso di DM1. I livelli sierici iniziali del peptide-c sono risultati più alti in LAD che in DM1, ma più bassi di quelli DM2.
Nel caso specifico di pazienti LAD la media di durata del follow-up è stata di 4.56 anni, e il 43% dei pazienti alla fine hanno richiesto un trattamento intensivo con l’insulina con un dosaggio maggiore di 0.5 U/kg/day. Al momento della terapia insulinica i livelli di HbA1C e del peptide-c sono risultati del 9.43±0.93% e 1.37±1.36 ng/mL, rispettivamente. Inoltre il rapporto peptide-c/glucosio è risultato più basso nel gruppo per il quale si è richiesto il trattamento intensivo con l’insulina rispetto al gruppo che non necessitava di tale cura (0.003±0.005 vs. 0.071±0.086, p-value: 0.057).
Dal lavoro emerge che la valutazione iniziale di autoanticorpi sia utile per la classificazione ed il management dei pazienti diabetici. Risulta inoltre importante ri-valutare i livelli anticorpali in pazienti con un fenotipo DM2 che avevano in precedenza mostrato una positività anticorpale. Un monitoraggio costante, sia dei pazienti con LAD che di quelli che presentano autoanticorpi e caratteristiche cliniche del DM2, è fondamentale per la necessità di individuare tempestivamente coloro che potrebbero beneficiare di un trattamento intensivo con l’insulina nel corso di alcuni anni.
Fonte:
Lee SH and Yu J. Clinical features of childhood diabetes mellitus focusing on latent autoimmune diabetes. Ann Pediatr Endocrinol Metab 2016;21:212-218.
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