Canali Minisiti ECM

Il ruolo della Dieta Mediterranea e della Western Diet nell’insorgenza del diabete gestazionale: una revisione della letteratura

Diabetologia Redazione DottNet | 08/07/2025 18:55

I principali fattori di rischio per lo sviluppo del GDM includono eccesso ponderale pregravidico, familiarità per il diabete ed età al momento del concepimento

Il diabete gestazionale (GDM) è una forma di diabete diagnosticata per la prima volta nel secondo o terzo trimestre di gravidanza, in assenza di un diabete preesistente. Sebbene tenda a regredire dopo il parto, il GDM può ripresentarsi in futuro come diabete mellito di tipo 2 (DMT2).

La gravidanza rappresenta una condizione fisiologicamente diabetogena, a causa dei cambiamenti ormonali che inducono insulino-resistenza e ipoglicemia a digiuno. In condizioni normali, il pancreas compensa con un aumento della secrezione insulinica. Tuttavia, in alcune donne questo meccanismo si altera, determinando una riduzione della sensibilità all’insulina e un’insufficiente produzione pancreatica, con conseguente iperglicemia e intolleranza al glucosio.

pubblicità

I principali fattori di rischio per lo sviluppo del GDM includono eccesso ponderale pregravidico, familiarità per il diabete ed età al momento del concepimento. I sintomi del GDM sono spesso poco evidenti, e la diagnosi avviene solitamente tramite controlli di routine in gravidanza. Lo screening si basa sulla valutazione dei fattori di rischio, mentre la diagnosi viene posta con il test di tolleranza al glucosio orale (OGTT) con 75 g di glucosio eseguito tra la 24ª e la 28ª settimana di gestazione. Nelle donne ad alto rischio, lo screening è anticipato alla 16ª-18ª settimana, da ripetere successivamente se negativo. La diagnosi è confermata quando uno o più valori glicemici superano le soglie stabilite: ≥ 92 mg/dl a digiuno, ≥ 180 mg/dl a 60 minuti e ≥ 153 mg/dl a 120 minuti.

Il GDM comporta rischi significativi per la madre e il bambino, sia a breve che a lungo termine. Nei neonati può causare ipoglicemia post-natale, macrosomia, parto prematuro e, nel lungo periodo, un aumentato rischio di obesità, DMT2 ed ipertensione. Per la madre, i rischi comprendono preeclampsia, aborto, parto complicato e una maggiore probabilità di sviluppare DMT2 nel tempo.

La gestione del GDM si basa principalmente su dieta, attività fisica e monitoraggio della glicemia; solo una minoranza delle pazienti necessita di terapia farmacologica. In circa il 75-80% dei casi, una corretta alimentazione e un’attività fisica moderata sono sufficienti a garantire un buon controllo glicemico. L’approccio dietetico deve essere personalizzato, garantendo un adeguato apporto calorico, vitaminico e minerale, ed evitando la comparsa di chetonuria. È raccomandato un incremento dell’introito calorico di circa 340 kcal/die nel secondo trimestre e 450 kcal/die nel terzo, distribuiti in tre pasti principali e tre spuntini.

Tuttavia, per prevenire il GDM e le sue complicanze, è fondamentale intervenire già in epoca preconcezionale. Questo periodo rappresenta una finestra critica per modificare i fattori di rischio che influenzano la salute materno-fetale e neonatale. L’eccesso ponderale prima del concepimento è fortemente associato a complicanze come GDM e preeclampsia. Inoltre, la qualità della dieta preconcezionale gioca un ruolo determinante: carenze di micronutrienti essenziali possono compromettere gli esiti della gravidanza. Poiché gli interventi dietetici intrapresi solo durante la gestazione mostrano un'efficacia limitata nel prevenire le complicanze più gravi, è fondamentale promuovere modelli alimentari salutari già prima del concepimento.

In questo contesto, l’alimentazione riveste un ruolo chiave e particolare attenzione è rivolta al confronto tra la Dieta Mediterranea (DM) e la Western Diet (WD). La DM, ispirata alle tradizioni culinarie dei paesi del Mediterraneo, è ricca di alimenti vegetali, cereali integrali, legumi, frutta secca, pesce, e utilizza l’olio d’oliva come principale fonte di grassi. Questo modello alimentare, riconosciuto anche dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale, si distingue per i suoi effetti protettivi sulla salute: riduzione del colesterolo LDL, controllo del peso corporeo, modulazione del microbiota intestinale e un’azione antiossidante e antinfiammatoria. Studi dimostrano che la DM riduce il rischio di obesità, sindrome metabolica e DMT2, migliorando sensibilmente il controllo glicemico e lipidico.

Nonostante i numerosi benefici, si sta assistendo a un graduale allontanamento dai principi della DM, soprattutto tra i giovani, a causa della globalizzazione dei consumi, dei cambiamenti socioeconomici e dello stile di vita moderno sempre più frenetico. Questo ha favorito la diffusione della Western Diet, un modello alimentare povero di nutrienti e ricco di calorie, caratterizzato da un’elevata assunzione di grassi saturi, zuccheri, sale, alimenti ultra-processati e un basso apporto di fibre, vitamine e minerali. La WD è strettamente correlata all’incremento di malattie croniche non trasmissibili, come obesità, DMT2, patologie cardiovascolari e alcuni tumori. Inoltre, promuove insulino-resistenza, alterazioni del microbiota, deficit nutrizionali e uno stato infiammatorio cronico di basso grado.

Data la rilevanza dell’alimentazione come fattore di prevenzione e trattamento del GDM, è fondamentale analizzare l’impatto dei pattern dietetici adottati in epoca preconcezionale, in particolare mettendo a confronto la Dieta Mediterranea e la Western Diet, per valutarne l’associazione con il rischio di insorgenza del GDM.

Obiettivi, Materiali e Metodi dello Studio

L'obiettivo principale di questa revisione della letteratura è valutare se l'aderenza a un modello alimentare di tipo mediterraneo, nelle donne in epoca preconcezionale, sia associata a una riduzione del rischio di sviluppare diabete mellito gestazionale in gravidanze future, rispetto a un modello alimentare di tipo occidentale. Per raggiungere tale obiettivo, è stata condotta una ricerca bibliografica all’interno delle banche dati PubMed, Cochrane Library e Google Scholar tra aprile e giugno 2025. Il quesito di ricerca è stato formulato secondo la metodologia PICO. Sono stati inclusi articoli pubblicati dal 2018 in poi, classificati come revisioni sistematiche o studi osservazionali caso-controllo, che indagavano la qualità della dieta in associazione all’insorgenza di GDM nelle donne in epoca preconcezionale.

Risultati della ricerca

La ricerca bibliografica ha inizialmente identificato 20 articoli. Dopo l'applicazione dei criteri di inclusione ed esclusione, sei studi sono stati selezionati per l'analisi finale. Di questi, cinque revisioni sistematiche e meta-analisi e uno studio osservazionale caso-controllo.

Dalla revisione è emerso che l'adesione a una Dieta Mediterranea, o a regimi alimentari a essa assimilabili, nel periodo preconcezionale o nelle prime fasi della gravidanza, è associata a una significativa riduzione del rischio di GDM.

Questi modelli alimentari, caratterizzati da elevato consumo di vegetali, cereali integrali e olio d'oliva, e da un limitato apporto di carne rossa e cibi processati, offrono un effetto protettivo dovuto agli effetti sinergici dei loro componenti sul controllo glicemico, sul controllo del peso corporeo, sul profilo lipidico e sulla riduzione dell'infiammazione. Anche l'attività fisica regolare, componente fondamentale della DM, è associata a una riduzione del rischio di GDM se praticata in epoca pregravidica o nelle prime fasi della gravidanza, e dedicare più di 90 minuti/settimana all'attività fisica nel tempo libero prima della gravidanza è stato correlato a una riduzione del 46% del rischio.

L'adesione a una dieta di tipo occidentale, invece, è stata associata a un aumento del rischio di GDM. La WD, caratterizzata da un elevato apporto di alimenti ad alta densità energetica e poveri di nutrienti e da un ridotto consumo di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, contribuisce all’insorgenza di meccanismi patogenetici come insulino-resistenza, stress ossidativo e infiammazione cronica di basso grado, promuovendo anche l'eccesso di peso e la sindrome metabolica, noti fattori di rischio per lo sviluppo del GDM.  Emerge anche che la prevenzione del GDM non si limita al periodo preconcezionale, ma si estende anche alle prime fasi della gravidanza, dove l'adozione di un regime alimentare di tipo mediterraneo continua a svolgere un ruolo protettivo.

Conclusioni

In sintesi, questa revisione della letteratura evidenzia in modo chiaro che l'adozione di un modello alimentare di tipo mediterraneo, ricco di alimenti vegetali, cereali integrali e grassi salutari, sia nel periodo preconcezionale che nelle prime fasi della gravidanza, rappresenta una strategia efficace per ridurre il rischio di insorgenza del diabete mellito gestazionale. Al contrario, una dieta di tipo occidentale non solo non apporta benefici, ma è associata a un incremento del rischio di insorgenza della patologia.

È fondamentale che i professionisti della nutrizione promuovano l'educazione a un'alimentazione sana e a uno stile di vita attivo già in epoca preconcezionale, da mantenere per la durata della gravidanza, a beneficio sia della madre che del nascituro.

Dr Angela Lauletta,Specialista in Ostetricia e Ginecologia. Docente Unicusano, Roma

Dr Maria Sofia Magliano, Diestis, Università di Torino

Bibliografia

AMD, SID, "Standard italiani per la cura del diabete mellito 2018", 2018.

De Carli L., Devecchi A., Barbero S., Tolomeo M., Pezzana A., "One Health e alimentazione", in Journal AMD, vol. 27, gennaio 2025, p. 176.

Sofi F., Martini D., Angelino D., Cairella G., Campanozzi A., Danesi F., et al., "Mediterranean diet: Why a new pyramid? An updated representation of the traditional Mediterranean diet by the Italian Society of Human Nutrition (SINU)", in Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases, vol. 35, febbraio 2025, p. 2.

Gao X., Zheng Q., Jiang X., Chen X., Liao Y., Pan Y., "The effect of diet quality on the risk of developing gestational diabetes mellitus: A systematic review and meta-analysis", in Frontiers in Public Health, 9 gennaio 2023.

Jafari Nasab S., Ghanavati M., Clark C.C.T., Nasirian M., "Adherence to Mediterranean dietary pattern and the risk of gestational diabetes mellitus: a systematic review and meta-analysis of observational studies", in Nutrition & Diabetes, 23 luglio 2024, pp. 1–10.

Mijatovic-Vukas J., Canpling L., Cheng S., Stamatakis E., Louie J., N Wah C., et al., "Associations of Diet and Physical Activity with Risk for Gestational Diabetes Mellitus: A Systematic Review and Meta-Analysis", in Nutrients, maggio 2018.

Mizgier M., Jarzabek-Bielecka G., Mruczyk K., "Maternal diet and gestational diabetes mellitus development", in Journal of Maternal-Fetal & Neonatal Medicine, vol. 34, 2021, pp. 77–86.

Quan W., Zeng M., Jiao Y., Li Y., Xue C., Liu G., et al., "Western Dietary Patterns, Foods, and Risk of Gestational Diabetes Mellitus: A Systematic Review and Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies", in Advances in Nutrition, febbraio 2021, pp. 1353-1364.

Zadeh S.H., "Dietary patterns and risk of gestational diabetes mellitus: A systematic review and meta-analysis of cohort studies", in Clinical Nutrition ESPEN, vol. 36, aprile 2020, pp. 1–9.

Commenti

I Correlati

Il glutine, responsabile della celiachia e a lungo ritenuto uno dei fattori coinvolti nel diabete autoimmune, non è la causa scatenante il diabete. I risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica Diabetes

Positività 0,97% e 2,8%, ma va confermata. Verso il test nazionale

Nicola Zeni, presidente FID: “Proseguire con l’attuazione della Legge 130/2023 in tutto il Paese. Gli screening salvano vite e sono un prezioso boost per la ricerca”

È il risultato di uno studio clinico condotto da ricercatori dell'Università di Toronto

Ti potrebbero interessare

Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto

Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone

Con il nuovo sensore FreeStyle Libre 2 Plus le persone possono visualizzare il proprio glucosio con una rapida occhiata al cellulare e prendere decisioni appropriate ora con un’accuratezza migliorata (8,2%) e indicato per l’uso dai 2 anni in su

In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete

Ultime News

Più letti