Canali Minisiti ECM

Alzheimer, difetto genetico accelera il declino mentale

Neurologia Redazione DottNet | 05/05/2017 13:26

Nei soggetti a rischio, la causa deriva da un guasto del gene destinato a un fattore protettivo

Se difettosa, una molecola nota per il suo compito protettivo e di nutrimento del cervello, il fattore di crescita 'BDNF', accelera la perdita di memoria e di capacità cognitive in coloro che sono già a rischio di Alzheimer.    Lo rivela una ricerca condotta da Ozioma Okonkwo della University of Wisconsin School of Medicine e pubblicata sulla rivista Neurology.    Gli esperti hanno coinvolto 1023 individui, tutti con un rischio accertato di Alzheimer, di età media 55 anni e tutti sani all'inizio dello studio. Gli esperti hanno analizzato il loro Dna e trovato in alcuni di loro un difetto a carico del gene per BDNF, difetto chiamato 'allele Met'.  

Osservando le capacità mentali degli individui nel corso degli anni, i ricercatori si sono accorti che coloro che presentavano sul Dna l'allele Met andavano incontro, anno dopo anno, a più rapido declino cognitivo e di memoria rispetto a quanti non avevano la mutazione Met a carico di BDNF.

    Secondo gli esperti questo studio è importante in virtù del fatto che l'allele Met ''fa i suoi danni'' precocemente, ancora prima che l'Alzheimer abbia il suo esordio, in un periodo considerato potenzialmente critico per future terapie che potrebbero prevenire o ritardare l'esordio della malattia; quindi l'allele Met potrebbe divenire esso stesso un bersaglio terapeutico per futuribili trattamenti precoci

pubblicità

fonte: ansa

Commenti

I Correlati

Pubblicato il 13 Ottobre sulla rivista scientifica “Molecular Neurodegeneration” lo studio italiano è frutto di una prestigiosa collaborazione multi-istituzionale

Lo studio, coordinato da Sapienza Università di Roma e publicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia, svela un dialogo tra due meccanismi della regolazione genica aprendo la strada alla possibilità

L’unica terapia anti-amiloide che ha ottenuto risultati nel dimostrare il rallentamento di progressione alle fasi successive di malattia offrendo la possibilità di interrompere il trattamento quando vi è eliminazione delle placche di amiloide

Da un’indagine di Lilly le priorità dei neurologi per migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti