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Ddl concorrenza: da dentisti e odontoiatri giudizio negativo

Odontoiatria Redazione DottNet | 30/06/2017 18:29

Il Parlamento ha perso un'opportunità storica per regolamentare il settore

Il Parlamento "ha perso l'opportunità storica di regolamentare in modo corretto le società che operano in ambito odontoiatrico, cresciute negli anni senza controlli e nel vuoto legislativo, creato a seguito della Legge Bersani". Lo affermano le associazioni dei dentisti e degli odontoiatri - Cao, Andi e Aio - commentando il disegno di legge sulla Concorrenza, licenziato ieri dalla Camera e che ora passa al Senato per la definitiva approvazione, esprimendo in merito un giudizio "negativo".

"Non avere specificato che le società che possono operare in ambito odontoiatrico sono esclusivamente le SPT (come deve essere per le attività professionali costituzionalmente protette) - spiegano le associazioni in una nota - è un grave limite di questa legge, che non tutela i pazienti.

Inoltre, continuare a consentire ad operare alle società commerciali, senza obbligo di iscrizione all'Ordine professionale e controllo deontologico e sulla pubblicità sanitaria, permetterà ancora di assistere a comportamenti che non hanno come obiettivo la salute del paziente ma solo il guadagno economico".

Secondo le organizzazioni, ancora, "persisterà la diffusione di messaggi pubblicitari incontrollati, non verificabili dall'Ordine e tesi solo all'accaparramento di clientela". A fronte di ciò, proseguono, "solo alcuni aspetti, con determinazione proposti dalla professione, sono stati recepiti nel testo approvato dalla Camera: aver ribadito l'obbligo che gli operatori clinici nelle società siano CAO Nazionale Odontoiatri e per i direttori sanitari di essere iscritti all'Albo Odontoiatri ed operare in un'unica struttura".

Il giudizio, concludono, è dunque "negativo", in quanto, "ancora una volta, il Parlamento italiano non ha voluto tutelare gli interessi dei cittadini che necessitano di prestazioni odontoiatriche, offrendo loro la garanzia che a prendersi cura della loro salute fossero esclusivamente i professionisti con la loro deontologia e sotto il controllo ordinistico".

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