Il Governatore: ridurremo i limiti da soli, il ministero non vede la realtà
Il Veneto ha deciso di procedere da solo a una "drastica riduzione dei limiti" della concentrazione di Pfas nelle acque potabili". A dirlo il governatore Luca Zaia criticando aspramente il Ministero della Salute. Nel corso della settimana prossima la giunta veneta adotterà direttamente provvedimenti che dovrebbero portare i limiti delle sostanza che servono a rendere impermeabili i tessuti e i rivestimenti, ai livelli più bassi d'Europa.
"Non c'è che da prendere atto - ha rilevato Zaia - dell'atteggiamento scandaloso del Ministero della Salute che, negando la necessità di fissare limiti nazionali per la concentrazione di Pfas nelle acque potabili, fa finta di non vedere la realtà e, di fatto, ci dice di arrangiarci. Annuncio che da questo momento ci arrangiamo e, in piena autonomia, procederemo a una drastica riduzione dei limiti in Veneto". La decisione arriva dopo che lunedì scorso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute ha respinto la richiesta avanzata dalla Regione di fissare un limite nazionale di performance per la presenza di sostanze perfluoro alchiliche nella acque, e la riproposizione delle tabelle dello studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) del 2013, da cui appare evidente la presenza significativa di tali sostanze in varie altre zone d'Italia.
"Ho incaricato - rivela Zaia - il Direttore Generale di Arpav Nicola Dell'Acqua, nella sua veste di Coordinatore della Commissione "Ambiente e Salute", organismo che, con delibera del 13 giugno scorso, ha assorbito le competenze della "Commissione Tecnica Pfas", di convocare al più presto l'organismo in questione con il mandato di definire una proposta di drastica riduzione dei limiti in Veneto, che la Giunta regionale approverà al più presto possibile, dando agli Enti Acquedottistici l'indicazione di uniformarsi con sollecitudine alle nuove disposizioni". "Prendiamo così atto - aggiunge - che a livello governativo manca la volontà politica di gestire questo problema, basti pensare agli 80 milioni di euro promessi per la messa in sicurezza degli acquedotti e mai stanziati. E' evidente che si penalizza la Regione che per prima si è attivata ponendo dei limiti già nel 2014, mentre per le altre aree del Paese si lascia che ogni Regione sia libera di fissare o meno dei limiti, magari intervenendo quando i buoi saranno scappati dalla stalla".
"Non abbiamo certo timore di arrangiarci - continua - e lo faremo, ma non ci si può nascondere la considerazione che un limite nazionale avrebbe evitato svariati pesanti contenziosi, come sta già accadendo per gli scarichi industriali, dove la nostra Regione soccombe in quanto i ricorrenti hanno buon gioco nel sostenere che in questi casi non possono esistere limitazioni diverse da quelle nazionali".
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