Canali Minisiti ECM

Tiroide, sorveglianza attiva come alternativa alla chirurgia

Endocrinologia Redazione DottNet | 05/10/2017 13:34

Delle novità su diagnosi, chirurgia e terapia dei tumori tiroidei si parla al workshop ”5^ Thyroid UpToDate – Linee Guida e Pratica Clinica” promosso da Ame

“I noduli tiroidei si evidenziano alla palpazione nel 4-7% della popolazione, mentre l’ecografia riscontra noduli non palpabili nel 50-60% delle persone”, spiega Enrico Papini, Direttore Struttura Complessa Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Ospedale Regina Apostolorum, Albano Laziale. “La maggioranza dei noduli sono di piccole dimensioni e nel 90-95% dei casi rimangono benigni. Negli ultimi anni, probabilmente grazie a la migliore sensibilità e il facile accesso ai moderni mezzi diagnostici, si è verificato un aumento dell’incidenza dei noduli tiroidei seguito da un parallelo aumento dei carcinomi tiroidei, seppure non associato ad un aumento del tasso di mortalità. La cosiddetta “epidemia dei microcarcinomi”, tumori con diametro minore di 1 cm, se da un lato rappresenta un importante passo avanti nella prevenzione, pone dall’altro il dubbio se sia appropriato sottoporre pazienti a basso rischio allo stesso trattamento tradizionalmente riservato a neoplasie più avanzate, esponendo i pazienti a possibili complicanze ed effetti indesiderati probabilmente non indispensabili”.

Delle novità su diagnosi, chirurgia e terapia dei tumori tiroidei si parla al workshop ”5^ Thyroid UpToDate – Linee Guida e Pratica Clinica” promosso da Ame, Associazione Medici Endocrinologi e dall’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale che si svolge ad Ariccia il 6 e 7 ottobre

pubblicità

Recenti studi propongono una strategia di sorveglianza attiva dei microcarcinomi della tiroide invece della chirurgia, con controlli ad esempio semestrali invece che annuali”, continua Rinaldo Guglielmi, Past President AME. “Questa tesi è ulteriormente sostenuta da uno studio retrospettivo coreano1 recentemente pubblicato sull’European Journal of Endocrinology che ha coinvolto quasi 3.000 pazienti suddivisi in 3 gruppi a seconda del tempo passato tra il riscontro del nodulo e l’intervento chirurgico: entro 6 mesi, tra 6 e 12 mesi e oltre 12 mesi. Non si sono rilevate differenze significative di risposta clinica nei 3 gruppi, in particolare risultavano liberi da malattia nel 74-78% e evidenza di malattia residua si è riscontrata solo nello 0,5-2% dei pazienti. Inoltre osservando i pazienti per un periodo mediano di 4,8 anni, la persistenza/recidiva di malattia è stata riscontrata in percentuali analoghe senza differenze statisticamente significative. I risultati di questo studio sembrano quindi indicare che una strategia di sorveglianza attiva con chirurgia ritardata non pregiudica il risultato clinico finale”.

Questo tipo di approccio è sicuramente giustificato dal punto di vista clinico”, commenta Papini, “ma pone il problema della comunicazione della diagnosi di cancro della tiroide ad un paziente non seguita dall’indicazione chirurgica che può essere psicologicamente problematica e lascia il paziente “in sospeso”. A questo punto il problema va ricercato alla fonte: è giusto sottoporre il paziente ad ago aspirato su un piccolo nodulo? Le ultime e più autorevoli linee guida sui noduli tiroidei2 redatte in collaborazione da AME, American Association of Clinical Endocrinologists (AACE) e American College of Endocrinology (ACE) consigliano la sorveglianza attiva invece della biopsia in tutti i casi di noduli con diametro inferiore a 5 mm per il loro rischio clinico basso e nel caso dei noduli dai 5 ai 10 mm non consigliano di eseguire l’ago aspirato in assenza di ulteriori caratteristiche di aggressività come ad esempio la presenza di linfonodi sospetti o storia familiare o personale di precedente cancro tiroideo. Si potrà poi procedere all’esecuzione dell’ago aspirato in un secondo momento in caso di evoluzione clinica o aumento di dimensioni del nodulo”.

Bibliografia

1_Eur J Endocrinol, 2017; 177: 25-31. - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28432268

2_Endocr Pract, 2016; 22: 622-39. - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27167915

Commenti

I Correlati

Sono i quattro volti dell'obesità che corrispondono ad altrettanti fenotipi, ossia al risultato dell'interazione tra il patrimonio genetico e l'ambiente

La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori promuove l’impegno a trattare solo quando serve, evitando chirurgie inutili

Le malattie tiroidee, di cui l’ipotiroidismo è la condizione più diffusa, si stima colpiscano oltre 6 milioni di italiani, prevalentemente donne dopo i 35-40 anni

Lo rivela uno studio appena presentato al congresso della Menopause Society di Chicago, una meta-analisi condotta su 29mila donne dalla Drexel University College of Medicine di Philadelphia

Ti potrebbero interessare

Al Collegio Ghislieri di Pavia il 6 e 7 settembre due giorni dedicati all'innovazione tecnologica e terapeutica nella prevenzione e trattamento delle patologie legate al diabete e all'obesità

Esperti: Non ignorare il fenomeno o cercare di occultarlo

Protocollo di sperimentazione SIOOT con l’Università Cattolica di Roma per confermare l’efficacia dell’ozonoterapia nel trattamento delle infezioni sostenute da batteri resistenti

Obesità, diabete, malattie della tiroide, infertilità, osteoporosi. Problemi di salute molto diffusi che hanno un comune denominatore: le alterazioni ormonali

Ultime News

Più letti