Giovannetti: "I risultati della ricerca hanno dimostrato che fra i pazienti trattati con il chemioterapico pemetrexed, quelli con più bassi livelli di espressione di Pcft hanno una minore sopravvivenza"
Dalla ricerca pisana arrivano nuove importanti scoperte e speranze di cura per il mesotelioma pleurico maligno. Uno studio dei ricercatori Elisa Giovannetti e Niccola Funel, in collaborazione con gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ha individuato la relazione esistente fra determinati livelli di espressione di una proteina (Pcft), che veicola il farmaco antitumorale (pemetrexed) e il decorso clinico del paziente. Lo rende noto l'Azienda ospedaliero universitaria pisana. "I risultati della ricerca - spiega Giovannetti - hanno dimostrato che fra i pazienti trattati con il chemioterapico pemetrexed, quelli con più bassi livelli di espressione di Pcft hanno una minore sopravvivenza".
L'altro dato significativo riguarda la modulazione della metilazione indotta da un altro farmaco (5-aza-2'-deossicitidina) che potenzia l'espressione della Pcft nelle cellule malate resistenti al trattamento, rendendo in tal modo più efficace l'azione del chemioterapico pemetrexed utilizzato per questo tipo di tumore. "Il nostro studio - conclude Funel - suggerisce la possibilità di prendere in considerazione questo tipo di combinazione per i tumori intrinsecamente 'resistenti' alla chemioterapia, aprendo la strada per nuovi studi clinici". A livello metodologico, la ricerca ha utilizzato sia tessuti di tre ampie casistiche di pazienti, in cui sono state effettuate analisi di biologia molecolare e istopatologiche, usando specifiche griglie di frammenti di Dna su vetrino sia linee cellulari umane di mesotelioma, più o meno resistenti alle terapie, creando specifici modelli in vitro per studi su innovative combinazioni farmacologiche.
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