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Allarme pediatri: in 10 anni 82 neonati infettati dall'Aids

Pediatria Redazione DottNet | 01/12/2017 19:35

Medici, il test sia accessibile a tutte le donne

Diciotto bambini infettati ogni ora, 120 mila bambini sotto i 14 anni morti nel 2016 per cause legate all'Aids e, se la tendenza sarà confermata, 3,5 milioni di nuovi casi di adolescenti colpiti da Hiv nel 2030. Sono numeri che parlano da soli quelli illustrati dall'Unicef nella denuncia fatta in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids. Numeri che riguardano anche l'Italia, dove in 10 anni almeno 82 neonati hanno acquisito l'infezione Hiv dalla madre.

    "È inaccettabile che continuiamo a vedere così tanti bambini morire di Aids e che facciamo così pochi progressi per proteggere gli adolescenti - ha dichiarato Chewe Luo, responsabile dell'Unicef per l'Hiv. La diffusione dell'Aids non è finita; continua a essere una minaccia per le vite dei bambini e dei giovani.

Si può e si deve fare di più per prevenirla".   L'Unicef riconosce che sono stati compiuti dei progressi nella lotta all'Aids, soprattutto nella prevenzione della trasmissione dell'Hiv madre-figlio. Dal 2000 si sono evitati circa 2 milioni di nuovi casi di Hiv fra i bambini. Tuttora, però, "i bambini con 4 anni o meno con Hiv affrontano un maggiore rischio di morte legata all'Aids rispetto agli altri gruppi di età. Il controllo e la cura pediatrica dell'Hiv, per l'organizzazione, sono indietro: solo il 43% dei bambini esposti all'Hiv riceve controlli e cure antiretrovirali salvavita".  

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C'è poi il problema della resistenza ai farmaci anti-Hiv, in aumento negli ultimi 15 anni nei paesi del Sud del mondo: oltre il 10% dei sieropositivi che sta per cominciare la terapia con antiretrovirali di prima linea presenta già una resistenza.    Secondo l'Unicef, i progressi compiuti per prevenire nuovi casi di Hiv fra gli adolescenti e migliorare il controllo e la cura fra gli adolescenti sono stati "inaccettabilmente lenti".    Solo nel 2016, 55.000 adolescenti (di 10-19 anni) sono morti per cause legate all'Aids, il 91% dei quali in Africa subsahariana.    Anche in Italia è alta l'attenzione contro l'Aids: secondo il Registro italiano per l'infezione da Hiv in pediatria - citato da Maurizio de Martino, ordinario di pediatria dell'Università di Firenze - in Italia almeno 82 neonati hanno acquisito l'infezione da Hiv dalla madre. La trasmissione madre-figlio può essere quasi azzerata con la terapia in gravidanza.  

Tra le misure proposte dall'Unicef per ridurre il divario nella risposta all'Hiv, investire e utilizzare innovazioni emergenti come i test per l'autodiagnosi dell'Hiv, le profilassi pre-esposizione e i nuovi farmaci pediatrici; aumentare la risposta per i bambini ampliando i programmi di cura e investire in nuove tecnologie per la diagnosi nei luoghi di cura.   L'attenzione al problema dell'Aids, ha sottolineato la presidente della Camera Laura Boldrini, "deve essere mantenuta viva", "non va abbassata la guardia su questa gravissima epidemia diffusa in tutto il pianeta. Soprattutto di fronte a dati che parlano di circa 2 milioni di nuove diagnosi di infezione da Hiv solo nel 2016".

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