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Tumore al polmone, è efficace il mix di due molecole immunoterapiche

Farmaci Redazione DottNet | 06/02/2018 16:10

Nivolumab e ipilimumab sono efficaci in prima linea in pazienti con alto carico di mutazioni cellule

La combinazione delle molecole immunoterapiche nivolumab e ipilimumab - finalizzate a risvegliare il sistema immunitario per combattere il tumore - è efficace in prima linea, rispetto alla chemioterapia, nei pazienti con tumore al polmone con elevato carico mutazionale delle cellule. Lo dimostra il primo studio di fase III che ha valutato e mostrato in prima linea un beneficio di sopravvivenza libera da progressione della malattia altamente significativo. I pazienti trattati erano affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) con elevato carico mutazionale del tumore (TMB).  

I risultati saranno condivisi con le autorità regolatorie e presentati in un prossimo congresso. Lo studio di fase III CheckMate-227, su oltre 2.500 pazienti, proseguirà per determinare l'efficacia della combinazione in pazienti con tumori che esprimono la proteina PD-L1.

Per la prima volta, "questo studio di fase III mostra una sopravvivenza libera da progressione della malattia superiore con la combinazione di farmaci immunoterapici in prima linea in una popolazione predefinita di pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule ed elevato TMB", ha affermato Matthew D. Hellmann, study investigator e oncologo al Memorial Sloan Kettering Cancer Center. CheckMate-227, ha chiarito, "ha mostrato che il TMB è un importante biomarcatore predittivo indipendente che permette di identificare una popolazione di pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in prima linea che possono trarre beneficio dalla combinazione".

Nel tempo, le cellule cancerogene accumulano mutazioni che non sono normalmente osservate nelle cellule normali. Il carico mutazionale del tumore o TMB è un biomarcatore quantitativo che riflette il numero totale di mutazioni nelle cellule tumorali. Queste cellule con elevato TMB hanno alti livelli di antigeni, che si pensa possano aiutare il sistema immunitario a riconoscere i tumori ed indurre un aumento delle cellule T che combattono il cancro. Il TMB è dunque un tipo di biomarcatore che può aiutare a predire la probabilità che un paziente risponda alle immunoterapie. 

fonte: ansa

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