Molti decessi sono evitabili individuando precocemente i fattori di rischio
Necessaria per curare i tumori, la chemioterapia può avere effetti molto negativi sul cuore, al punto che un paziente su tre muore non di cancro ma a causa delle terapie oncologiche. In uno studio apparso sul Journal of the American College of Cardiology che ha analizzato le cause di decesso in 1807 pazienti sopravvissuti al cancro, è stato evidenziato che, a distanza di 7 anni, il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la malattia per la quale era in cura, cioè di tumore. Un problema che aumenta in presenza di cardiopatie silenti. "Spesso - sottolinea Nicola Maurea, direttore della Struttura Complessa di Cardiologia dell'Irccs Pascale - mentre si è concentrati a eliminare il cancro, questi problemi non sono riconosciuti, o non vengono adeguatamente trattati".
Tutto ciò si potrebbe evitare se al momento della diagnosi si venisse presi in carico da una struttura cardioncologica, per individuare e trattare fattori di rischio come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, ma anche cardiopatia ischemica, aritmie, problemi tromboembolici.
fonte: Journal of the American College of Cardiology
Si tratta della più grande casistica comparativa mai pubblicata, con un arruolamento totale di 1702 pazienti suddivisi in parti più o meno uguali tra gruppo di studio e gruppo di controlli, dice l'Asp di Messina
Uno studio londinese, realizzato sui dati di 21.241 persone, ha calcolato l’incidenza della sostanza che si accumula attorno agli organi nell'invecchiamento del cuore
Serve per indagare le cause genetiche e strutturali della morte cardiaca improvvisa giovanile, avviato nel 2025, e che prevede un dottorato clinico triennale alla St George's University e coinvolge i gruppi di Trieste e Londra
Il neglect è un disturbo neuropsicologico che può insorgere in seguito a un ictus, in particolare quando viene colpito l’emisfero destro del cervello, coinvolgendo le aree parietali, temporali o frontali
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Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
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