Partono i test sui pazienti: coinvolta anche la clinica Humanitas
Il calore - "sparato" sulle pareti dell'intestino attraverso una tecnica endoscopica mininvasiva - può fermare il diabete, rappresentando quindi una potenziale via di guarigione definitiva e senza farmaci. Per sondare questa nuova possibilità, è partita una nuova sperimentazione clinica (di fase II) multicentrica della tecnica di "Ringiovanimento della Mucosa Duodenale, basata appunto sull'uso di energia termica per rimodellare le pareti di un tratto di intestino.
Per l'Italia sono coinvolti il Policlinico Gemelli di Roma e l'Humanitas Research Hospital di Milano dove è attualmente in corso l'arruolamento di pazienti per la sperimentazione clinica chiamata 'Revita 2', che determinerà in modo inequivocabile l'efficacia di questa terapia mininvasiva anti-diabete già riconosciuta sicura per i pazienti in precedenti studi.
Si tratta di una malattia complessa la cui origine non è completamente conosciuta. Diverse ricerche hanno chiamato in causa il ruolo della mucosa intestinale, il più grande organo 'endocrino' che rilascia ormoni per regolare l'equilibrio del glucosio sia a digiuno che dopo i pasti. Infatti, disfunzioni della mucosa intestinale sono risultate correlate con il diabete. Inoltre diversi studi hanno evidenziato che una dieta ipercalorica favorisce il diabete anche provocando cambiamenti nella mucosa intestinale. Di qui l'idea di trattare il diabete agendo sulle pareti dell'intestino, come alternativa alle terapie farmacologiche, per trasformarlo da una malattia cronica a una guaribile in via definitiva.
La procedura - che dura meno di un'ora e i pazienti sono dimessi il giorno dopo - consiste nell'inviare (tramite l'introduzione di un catetere) una dose controllata di energia termica sulla superficie della mucosa del duodeno, una parte dell'intestino, sì da 'rigenerare' nuova mucosa e in questa maniera modificare il rilascio degli ormoni chiave coinvolti nel diabete. Le precedenti sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che il trattamento è sicuro e ben tollerato e che ha un impatto notevole e duraturo sulla malattia. "I nuovi test clinici in corso (al momento sono stati arruolati 11 pazienti), serviranno a convalidarne l'efficacia dell'innovativo trattamento", spiega Guido Costamagna, direttore dell'UOC di Endoscopia Digestiva Chirurgica del Gemelli.
"Ci auguriamo risultati definitivi degli studi entro un paio di anni", spiega Geltrude Mingrone, Direttore dell'UOC Patologie dell'obesità del Gemelli. Una simile strategia terapeutica potrebbe quindi portare alla regressione definitiva della malattia e divenire risolutiva, specie per quei pazienti che per svariati motivi non riescono a controllare bene il diabete o quelli su cui i farmaci oggi disponibili hanno scarso effetto. Inoltre guarire dal diabete in via definitiva significherebbe minimizzare le tante complicanze della malattia per esempio a occhi e sistema nervoso.
fonte: gemelli
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