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Nuova teoria assolve smartphone e social: non rovinano i giovani

Psichiatria Redazione DottNet | 26/02/2018 16:13

Nature, ma possono peggiorare problemi già esistenti

Gli smartphone e i social media "non stanno rovinando una generazione", e non ci sono prove scientifiche per le affermazioni negative sugli effetti della tecnologia sui ragazzi. Lo afferma un lungo articolo sulla rivista Nature da Candice Odgers, psicologa dell'università della California Irvine.    "Avere più dati e di migliore qualità è cruciale - conclude Odgers dopo aver passato in rassegna gli studi più recenti sull'argomento -. Ma gli studi condotti finora non giustificano la paura che questi dispositivi stiano portando una generazione alla rovina. Quello che le attività online potrebbero fare, è riflettere e persino peggiorare vulnerabilità esistenti".  

Le paure, sottolinea l'articolo, hanno dato vita a iniziative come la lettera di alcune associazioni ad Apple che chiedeva di rispondere a 'una crescente serie di studi' sugli effetti negativi dei dispositivi e dei social media. In realtà, spiega Odgers, gli studi più recenti hanno dato un mix di risultati positivi, negativi e nulli, e tutti con effetti piccoli. "Uno dei più grandi finora ha analizzato più di 120mila adolescenti britannici nel 2007.

Non ha trovato nessuna associazione tra benessere mentale e uso 'moderato' della tecnologia, e piccole associazioni negative per alti livelli di utilizzo".  Quello che succede, conclude la ricercatrice, è che gli adolescenti che trovano più avversità nella vita reale hanno un rischio maggiore di avere esperienze negative on line. "Ad esempio giovani già vulnerabili hanno un rischio maggiore di avere feedback negativi sui social media, di sperimentare difficoltà nel regolare l'uso di Internet e di passare più tempo guardando passivamente il materiale online piuttosto che interagendo".    In questo caso, sottolinea l'esperta, che è fra gli scienziati firmatari di un appello perchè le linee guida siano scritte sulla base dei dati e non del 'panico morale', la rete sembra riflettere in tutto il mondo reale. Secondo uno studio ancora non pubblicato ma citato nell'articolo su 2100 teenager americani quelli da famiglie più svantaggiate economicamente e socialmente hanno una probabilità maggiore di riportare effetti negativi dall'uso del web.

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"Gli adulti si preoccupano sempre di come gli adolescenti passano il tempo - conclude l'articolo -.    Il telefono, il rock and roll, i fumetti e i romanzi hanno causato panico nei genitori. E' comprensibile, un utente del web su tre è un bambino e l'esplosione dei contenuti forniti sulla base di algoritmi fa legittimamente alzare la preoccupazione. Ma la costruzione di un mondo digitale sicuro richiede che si resista alle reazioni dettate dalla paura''. 

fonte: nature

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