La probabilità aumenta di cinque volte per chi ha tumori urologici
Chi è malato di cancro è tre volte più a rischio di suicidarsi. Probabilità che aumenta a cinque volte in chi è colpito da tumori urologici, cioè alla prostata, vescica e rene. Lo ha rilevato uno studio dell'università di Birmingham presentato al congresso della Società europea di urologia in corso a Copenhagen. Il forte stress psicologico è uno degli effetti più pesanti della malattia e della terapia, tanto che la depressione colpisce dal 5 al 25% dei pazienti, e molti soffrono anche di disturbo da stress post-traumatico.
In questo studio, il più vasto condotto nel Regno Unito, i ricercatori hanno analizzato i dati sul suicidio nei malati di cancro in Inghilterra e Galles tra il 2001 e 2011. Su 980mila malati di cancro, hanno identificati 162 suicidi e 1.222 tentativi di togliersi la vita. Se nella popolazione generale il tasso di suicidio è di 10 ogni 100mila persone, nei malati di cancro è di 30 ogni 100mila, di 36 per il tumore del rene, 48 per quello della vescica e 52 per quello della prostata. Il tempo con cui si porta a compimento la decisione di uccidersi varia parecchio: è di 175 giorni dalla diagnosi di tumore al rene, 846 per quello della prostata e 1037 per quello della vescica. "I nostri dati confermano quelli di altri paesi, cioè che i tassi di suicidio sono maggiori nei malati di cancro, e ancora di più in chi ha un tumore urologico", commenta Mehran Afshar, primo autore dello studio.
Un gruppo di tumori con caratteristiche specifiche: "gli uomini con cancro alla prostata possono avere problemi nelle funzioni di vescica e intestino e disfunzioni erettili - conclude - Sintomi simili a quelli della menopausa femminile, che alterano completamente la personalità, causando problemi di relazione, ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico".
fonte: ansa
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