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Test del sangue per diagnosticare l'Alzheimer

Neurologia Redazione DottNet | 21/03/2018 19:11

E' stato messo a punto in Italia dai ricercatori dell'Inrim

Diventa possibile individuare e monitorare l'Alzheimer grazie a un semplice test del sangue messo a punto in Italia. Il test si deve all'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim), che l'ha sviluppato nell'ambito al progetto europeo NeuroMET.    Per sapere se un paziente è affetto da Alzheimer, oggi si usano test cognitivi e comportamentali e si cercano le molecole che funzionano da marcatori della malattia nel liquido cerebrospinale, con un esame invasivo che richiede un prelievo dal midollo spinale.

Uno degli obiettivi di NeuroMET, che riunisce istituti di metrologia, università e centri ospedalieri europei, è stato proprio dimostrare come gli stessi marcatori siano presenti, in quantità più ridotte, anche nel sangue.

Tuttavia, la minore quantità di marcatori richiede tecniche di misura molto più precise e sensibili ed è qui che è stato cruciale l'Inrim.    Quest'ultimo ha infatti messo a punto la tecnica di analisi chiamata Digital Polimerase Chain Reaction (dPCR), che permette di rilevare nel sangue quantità anche molto ridotte di alcuni di minuscoli ma importantissimi frammenti di informazione genetica chiamati microRNA, che sono marcatori dell'Alzheimer. In pratica la tecnica funziona come una sorta di amplificatore: moltiplica le molecole di interesse per renderne più evidente la presenza, offrendo quindi la possibilità di identificarle e misurarle.  

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Grazie a questo metodo "un semplice esame del sangue, che è un intervento ripetibile con maggiore frequenza rispetto al prelievo di liquido cerebrospinale perché meno rischioso e invasivo, si candida a diventare il mezzo per monitorare l'andamento di questa malattia e gli effetti delle terapie", spiega la biologa Carla Divieto dell'Inrim, che collabora a NeuroMET sotto la guida di Mariapaola Sassi.    Inoltre l'esame, ha aggiunto, "potrebbe diventare anche un utile strumento diagnostico da utilizzare sugli individui sani e ancora giovani, ad esempio nei casi di familiarità con la malattia, per iniziare per tempo un percorso di prevenzione".

fonte: ansa

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