Altri due decessi nella stessa struttura. Nasce il caso Sicilia. A Brescia muore una bambina: le era stato rifiutato il ricovero
Nuovo caso mortale di morbillo, il quarto dall'inizio del 2018: all'ospedale Garibaldi di Catania è morto un bambino di 10 mesi, non vaccinato perché ancora troppo piccolo. Un caso non isolato: da gennaio, proprio al Garibaldi si sono registrate 218 delle 411 infezioni da morbillo a livello nazionale. Ma oggi, un'altra tragica morte si è verificata anche in Lombardia, dove una bimba di 4 anni è deceduta all'ospedale di Brescia per un'infezione partita da un'otite e la Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta.
Il bimbo siciliano era stato ricoverato ad Acireale e trasferito poi nel capoluogo etneo per l'aggravarsi delle condizioni respiratorie e cardiocircolatorie. Non ci sono certezze sul fattore contagio, sottolineano i medici, ma la madre avrebbe contratto il morbillo.
Nella stessa struttura quest'anno si sono registrati altri due decessi: il 26 marzo scorso è morta la 25enne Maria Concetta Messina, i cui familiari hanno presentato una denuncia ai carabinieri, e il 22 gennaio ha perso la vita un 42enne affetto da grave forma di immunodeficienza. Nell'ultimo bollettino del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie, la Sicilia è indicata come la regione con la più alta incidenza di morbillo e rosolia. E di casi di morbillo a Catania dall'inizio dell'anno ne risultano più di 218 e dieci di loro riguardano donne in stato di gravidanza. Il problema, spiega Mario Cuccia, direttore di epidemiologia dell'Asp di Catania, "è che nonostante le vaccinazioni nel periodo tra il 2000-2016 nell'isola siano state del 91%, negli anni Novanta il dato era del 30% e oggi si vedono gli effetti di quel bassissimo ricorso alle vaccinazioni. La soluzione è una sola: il vaccino". Una linea sposata in pieno da Pintaudi:
"Il piccolo paziente - spiega - non era nell'età da poter essere vaccinato e quindi ha contratto l'infezione da chi vaccinato non era, deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi, si protegge non solo se stessi, ma tutta la comunità". Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha sottolineato come proprio l'immunità di gregge sia "l'unica arma contro una malattia che causa la morte". Altro caso, quello della bambina morta a Brescia: Da un mese e mezzo la piccola Nicole, 4 anni, aveva febbre e dolori al collo. Era stata visitata all'ospedale di Manerbio e alla Poliambulanza, ma non era stata ricoverata. Sabato scorso i genitori hanno deciso di portarla di corsa all'ospedale Civile di Brescia, dove le condizioni della piccola sono apparse molto gravi. Trasferita nel reparto di Rianimazione Pediatrica, Nicole è morta. La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta e il ministro Lorenzin ha disposto l'invio della task force di ispettori ministeriali per accertare quanto accaduto presso le strutture sanitarie coinvolte.
Il caso Sicilia
Esiste, in questo momento, un 'caso Sicilia' per il morbillo. A dirlo sono i numeri: dall'inizio del 2018, oltre la metà delle infezioni registrate a livello nazionale - ovvero 218 su 411 - si sono avute proprio nell'isola, ed in particolare all'ospedale Garibaldi di Catania. E su quattro decessi totali da gennaio, tre si sono verificati al Garibaldi. La conferma che si tratti di una situazione preoccupante arriva dal presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, il quale però avverte: "Non solo la Sicilia, dove oggi è morto un bimbo di 10 mesi a causa del virus, ma tutta l'Italia è a rischio per il morbillo".
"In questo momento - spiega Ricciardi - c'è in Sicilia una situazione acuta per il numero di casi di morbillo; c'è dunque un 'caso Sicilia' perchè proprio in questa regione si è avuta la maggioranza delle infezioni dall'inizio del 2018. Tuttavia, tutta l'Italia è a rischio". Oggi, "grazie alla legge sull'obbligo delle vaccinazioni per l'iscrizione a scuola - sottolinea - abbiamo messo in sicurezza le coorti di bambini più piccoli, ovvero la fascia di bambini fino ai 6 anni, vaccinabili. Il problema, però, è che il calo delle vaccinazioni registratosi negli ultimi anni ha determinato un numero enorme si soggetti che risultano essere suscettibili al virus del morbillo".
Soggetti che, se infettati dal virus, rappresentano dunque un grande pericolo per quanti non possono invece essere vaccinati perchè, ad esempio, immunodepressi o con particolari problemi di salute o perchè si tratta di bimbi ancora troppo piccoli per l'immunizzazione, come nel caso del piccolo morto a Catania. Da qui l'appello alla vaccinazione rilanciato dal presidente dell'Iss: "E' importante vaccinare i bambini ma è importante che anche gli adulti non ancora vaccinati si immunizzino; la vaccinazione può infatti essere fatta a qualunque età". Va cioè considerato che "quello che sta ora succedendo in Sicilia può verificarsi anche in altre regioni, poichè - avverte Ricciardi - resta molto alto il numero di soggetti suscettibili al virus". Ma come si spiega l'attuale concentrazione di casi proprio in Sicilia? "Evidentemente - chiarisce il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Iss, Gianni Rezza - nell'isola il periodo epidemico di maggiore diffusione del morbillo è arrivata un pò in ritardo rispetto alle altre Regioni, e dunque al momento la diffusione è più attiva e la coda dell'epidemia più lunga". Ad ogni modo, conclude, "fondamentale resta la vaccinazione, per raggiungere un alto livello di immunizzazione. Unica vera arma contro questa malattia".
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