Recenti studi forniscono conferme e più approfonditi dettagli sul ruolo dell'alimentazione nel modulare il rischio di cancro della mammella
La correlazione tra alimentazione e rischio di cancro è un argomento di enorme interesse, considerato anche che per alcune forme tumorali sembra in effetti trovare un certo riscontro nelle evidenze scientifiche. In particolare per il tumore della mammella, questa relazione è piuttosto consolidata e a supporto e approfondimento di questo, sono stati recentemente pubblicati due studi, una ricerca su oltre 180.000 donne e una review sistematica.
Alimentazione e rischio di cancro per tipologia
Lo studio (, pubblicato su International Journal of Cancer, ha valutato la relazione tra consumo di frutta e verdura e incidenza di tumore della mammella, caratterizzandolo rispetto allo stato menopausale, alla positività al recettore ormonale e ai sottotipi molecolari. Il consumo di frutta e verdura è stato stimato mediante questionari ripetuti e validati somministrati a 182.145 donne di età compresa, all'inizio dello studio, tra 27 e 59 anni afferenti al Nurses' Health Study (NHS, 1980-2012) e al NHSII (1991-2013).
Sono stati prospetticamente documentati 10.911 casi di tumore della mammella invasivo. Una maggiore assunzione di frutta e verdura, specialmente crucifere e ortaggi di colore giallo/arancione, è risultata effettivamente associata a un minore rischio di tumore della mammella (>5.5 versus ≤2.5 porzioni al giorno sono state associate a un riduzione del rischio dell'11%; P trend =0.005).
L'assunzione di verdure è risultata globalmente associata a un minore rischio di tumori ER-negativi, cioè negativi ai recettori per gli estrogeni, solitamente più aggressivi e non responsivi agli anti-estrogeni (Rochefort et al, 2003).
Per quanto riguarda i sottotipi molecolari, una maggiore assunzione di frutta e verdura è risultata più fortemente associata a un minore rischio di forme HER2-enriched (HR=0.78), basal-like (HR=0.85), e luminal A (HR=0.94), ma non di luminal B (P heterogeneity =0.03), fornendo quindi un'ulteriore conferma all'osservazione che consumare frutta e verdura in quantità, specialmente crucifere e verdure gialle/arancioni, potrebbe ridurre il rischio di tumore della mammella, specialmente nelle forme più aggressive.
Quale regime dietetico?
La nuova review ha preso invece in considerazione i pattern, cioè i gruppi, di alimenti e la loro correlazione con il rischio di tumore della mammella, usando come riferimento le raccomandazioni dell'American Cancer Society (ACS).
Gli articoli inclusi nella review sono stati pubblicati tra il gennaio 2013 e il maggio 2017.
I vegetali, come gruppo alimentare, rappresentano una presenza comune tra i pattern salutari significativamente associati a un minore rischio di tumore della mammella, mentre i grassi saturi e le carni rosse/processate sono risultate comuni tra i pattern non salutari associati a un maggiore rischio, supportando fortemente le raccomandazioni ACS di includere vegetali ad ogni pasto e snack e di limitare l'assunzione di carni rosse e processate.
In particolare la review nota come la dieta salutare indicata in un articolo di Karimi et al, considerata ampiamente allineata con le raccomandazioni ACS e che comprendeva una vasta gamma di cibi integrali, e poi verdure, frutta, latticini a basso contenuto di grassi, legumi, inclusa la soia, olive e oli vegetali, pesce, pollame, sottaceti e farine integrali, abbia mostrato come il terzile di popolazione che più aderiva a questa dieta aveva avuto un rischio ridotto del 75% rispetto al terzile che conduceva una dieta più malsana (p=0.02).
Per quanto riguarda la dieta mediterranea, descritta da uno studio di Castello et al, come ricca di pesce, verdure, legumi, patate bollite, frutta, olive e olio vegetale, è risultata associata a una riduzione del 46% di ammalarsi di cancro della mammella. Da notare che nello stesso studio, un altro regime dietetico definito "prudente" e caratterizzato da alte quantità di latticini magri, verdure, frutta e grani integrali e contenente anche succhi, non è risultato associato a una riduzione del rischio. I motivi non sono chiari, ma un'ipotesi attribuisce questo agli alti contenuti di frutta e di succhi, che comporterebbero aumentati livelli di insulina, che, come noto, possono promuovere la crescita dei tumori. In supporto a questa ipotesi, una dieta considerata sana e caratterizzata da elevate quantità di pesce, mango, papaya, avocado e frutti acquosi e priva di verdure, è risultata associata a un maggiore rischio di cancro.
Le verdure invece sembrano indispensabili, probabilmente a causa dei fitonutrienti in esse contenuti. Questi composti, che si trovano in frutta e verdura, includono antiossidanti, fitosteroli e flavonoidi, che possono ridurre il danno ossidativo delle cellule. Frutta e verdura sono inoltre ricche in fibre, che legano gli estrogeni durante la circolazione enteroepatica. Questi composti possono inibire le metastasi e l'attività proteino-chinasica, mostrano proprietà antiproliferative e inducono apoptosi, riducendo quindi la progressione della malattia e il suo sviluppo. Inoltre, un'elevata assunzione di frutta e verdura potrebbe essere associata ad altri fattori che riguardano lo stile di vita, come bassa assunzione di alcol e grassi, minori tassi di obesità e maggiore attività fisica.
I pattern dietetici che tendono più a riflettere la dieta cosiddetta occidentale sono invece correlati ad un maggiore rischio di cancro. Sempre nello studio di Karimi sopra citato, questa dieta includeva bibite, zuccheri, tè e caffè, patate fritte, patatine, sale, dolci, grassi idrogenati, noci, farine raffinate, carni rosse e processate e succhi di frutta.
Castello et al la descrivono ricca di latticini grassi, carni lavorate, farine raffinate, dolci, bibite caloriche e altri cibi pronti e salse.
In pratica i risultati forniscono ulteriore evidenza che un regime dietetico che includa verdure, ma anche frutta, legumi, proteine magre e farine integrali, potrebbe contribuire a ridurre il rischio di tumore della mammella. Viceversa, pattern dietetici ricchi in grassi saturi e carni rosse e lavorate, zuccheri aggiunti, cibi fritti e farine raffinate possono invece favorirlo.
Bibliografia
Dandamudi A, et al. Dietary Patterns and Breast Cancer Risk: A Systematic Review. Anticancer Res 2018; 38: 3209-22.
Farvid MS, et al. Fruit and vegetable consumption and breast cancer incidence: Repeated measures over 30 years of follow-up. Int J Cancer 2018; DOI: 10.1002/ijc.31653.
Rochefort H, et al. How to target estrogen receptor-negative breast cancer? Endocr Relat Cancer 2003; 10: 261-6.
A.N. L.IT.COM.08.2018.3992
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