Gemelli, principio attivo da associare al farmaco in uso
Per migliorare la cura della fibrosi polmonare idiopatica, si può utilizzare anche la 'piccola blu'. Grazie a uno studio internazionale si aprono infatti nuove prospettive per la cura di questa patologia rara, la cui diffusione è però destinata a aumentare, complice l'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle diagnosi precoci: associare il principio attivo del Viagra, il sildenafil, a uno dei farmaci già in uso contro la malattia migliora l'efficacia delle cure. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "New England Journal of Medicine" ed è stato coordinato per l'Italia dal team del professor Luca Richeldi, Ordinario di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Università Cattolica e Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Pneumologia della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, formato da Francesco Varone, Daniele Magnini e Giacomo Sgalla, tutti impegnati nell'ambulatorio per le fibrosi polmonari, presso il quale vengono seguiti oltre 200 pazienti affetti da questa patologia.
fonte: New England Journal of Medicine
La guerra a Gaza ha però riportato sotto i riflettori questa malattia, che è ricomparsa nel bacino del Mediterraneo mostrando come, "finché la poliomielite esisterà da qualche parte, tutti i paesi rimarranno a rischio"
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Continuano le iniziative dell'Associazione Respiriamo Insieme-APS che in regione Toscana offrono un supporto multidisciplinare extra-clinico alle persone che soffrono di fibrosi polmonare
Lo rivela una sperimentazione di fase II pubblicata sul New England Journal of Medicine
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti