Fiagop, occorre abbassare l'età in cui possono accedere ai trial clinici
I nuovi farmaci oncologici, che costituiscono una rivoluzione nelle cure al tumore, sono preclusi al 90% dei bimbi e dei ragazzi malati di cancro. Ad accendere l'attenzione sul diritto dei più piccoli ad accedere alle nuove terapie è la campagna 'Accendi d'Oro, accendi la speranza', promossa dalla Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia Pediatrica (Fiagop). Circa 6000 bambini e adolescenti sotto i 24 anni muoiano ogni anno di cancro in Europa. Esistono però pochissimi farmaci sviluppati per loro, poiché ci sono molti tipi di cancro ma per ognuno pochi casi e questo fa sì che investire nel settore non sia proficuo. "La conseguenza è che spesso i bimbi vengono curati con terapie per adulti in dosi ridotte", spiega il presidente Fiagop Angelo Ricci, "ma i tumori negli adulti sono molto diversi rispetto a quelli dei bimbi, rispondono in modo diverso ai farmaci e hanno marker diversi".
Ad ostacolare l'accesso alle cure migliori c'è però anche un altro problema su cui la Campagna 'Accendi d'Oro' punta l'attenzione, ovvero il divieto, sulla base del Regolamento Europeo sulle Sperimentazioni Cliniche, di condurle in persone sotto i 18 anni.
Medici e genitori dei pazienti sono uniti nel chiedere di abbassare l'età almeno a 12 anni. "Questo non avrebbe particolari controindicazioni ma salverebbe la vita di molti ragazzi", conclude l'esperta. Se nei giorni scorsi è stata la volta di monumenti come la Fontana del Tritone e la Lanterna di Genova, domani le luci dorate illumineranno il Colosseo, all'insegna dell'hashtag #GoGold
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