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Tiroide, test del Dna distingue i noduli benigni dai tumori

Endocrinologia Redazione DottNet | 08/11/2018 17:36

Evita la rimozione inutile della ghiandola

Sviluppato un test genetico per riconoscere i noduli alla tiroide maligni e distinguerli da quelli benigni senza dover rimuovere la ghiandola chirurgicamente. Lo rivela uno studio clinico multicentrico condotto da esperti della University of Pittsburgh School of Medicine coinvolgendo 257 pazienti con noduli tiroidei di natura ignota. I risultati della sperimentazione sono stati resi noti sulla rivista JAMA Oncology.

Il test si chiama ThyroSeq Genomic Classifier e analizza il Dna di poche cellule tiroidee (raccolte con un esame di routine che si chiama ago aspirato) alla ricerca di possibili alterazioni a carico di 112 geni noti per essere coinvolti nei diversi tumori tiroidei.

Il test è quindi anche utile per caratterizzare un eventuale tumore e suggerire cure su misura del singolo paziente sulla base del tipo di neoplasia individuata. Oggi per capire se un nodulo è di natura benigna o maligna si ricorre appunto all'ago aspirato, che però in circa un caso su 4 dà un esito indefinito per cui o il paziente deve ripetere l'esame o sottoporsi a una chirurgia diagnostica in cui circa la metà dei pazienti vede rimossa la ghiandola.

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Però in molti casi la rimozione non è necessaria come si capisce a posteriori con l'esame della ghiandola. ThyroSeq Genomic Classifier rende questa procedura obsoleta e a partire dal Dna di poche cellule tiroidee riconosce correttamente i noduli maligni nel 94% dei casi. Inoltre riconosce correttamente i noduli benigni nell'82% dei casi.

"Il nostro studio dimostra che ThyroSeq può aiutare a evitare la chirurgia nella stragrande maggioranza dei pazienti con noduli benigni il cui ago aspirato ha dato esito incerto" - spiega l'autore del lavoro Yuri Nikiforov. "In un'era di eccessi diagnostici e terapeutici, ThyroSeq può migliorare la qualità della vita dei pazienti risparmiandogli una vita di farmaci (per sopperire alla mancanza della ghiandola) e visite specialistiche, con una riduzione significativa anche della spesa sanitaria".

Fonte: JAMA Oncology.

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