Canali Minisiti ECM

Tre biomarcatori predicono il futuro dei malati di cuore

Cardiologia Redazione DottNet | 10/01/2019 13:35

Insieme possono valutare le probabilità di ospedalizzazione

Tre biomarcatori sono in grado di fornire ai clinici, quando impiegati insieme, un potente strumento di predizione del destino dei pazienti con scompenso cardiaco per valutare la probabilità di ospedalizzazione. Lo rivela uno studio dei ricercatori della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio (Michele Emdin, Alberto Aimo, Claudio Passino, Giuseppe Vergaro, Andrea Ripoli) con gli studiosi dei più importanti centri di ricerca europei e americani pubblicato su una rivista cardiologica Journal of the American College of Cardiology. I ricercatori italiani hanno dimostrato che il dosaggio ematico di tre biomarcatori (il recettore solubile Sst2, l'ormone cardiaco Nt-probnp e la proteina cardiaca troponina T dosata con metodiche ad alta sensibilità) possono fornire risposte decisive in termini predittivi.

Lo studio ha analizzato i dati di 4268 pazienti attraverso metodiche statistiche avanzate ed è emerso che il dosaggio dei tre biomarcatori consente quindi di adattare la strategia terapeutica sulla base del rischio individuale di ogni singolo paziente consentendo di individuare gruppi a rischio elevato, intermedio, basso e di modulare di conseguenza la terapia connessa e la frequenza del follow-up.

"Il dosaggio di Sst2 - spiega una nota della Sant'Anna - è un nuovo strumento che si aggiunge all'ormone Nt-probnp e alla troponina. Questo dosaggio comunemente impiegato per la diagnosi di infarto miocardico acuto potrebbe pertanto essere utilmente impiegato anche nello scompenso cardiaco". "L'osservazione è assolutamente originale – sottolineano i cardiologi Michele Emdin e Claudio Passino - e ha avuto ampia risonanza nel mondo cardiologico internazionale. I risultati pubblicati confermano il valore della combinazione fra i tre biomarcatori per la valutazione integrata del paziente cardiopatico e la messa a punto di nuovi strumenti di diagnosi e cura di una delle patologie più frequenti e pericolose".

pubblicità

fonte: Journal of the American College of Cardiology

Commenti

I Correlati

Nei pazienti con ictus ischemico acuto non cardioembolico sottoposti a trombolisi entro 4,5 ore dall'esordio, il tirofiban somministrato precocemente ha aumentato la probabilità di un esito funzionale eccellente

All'Irccs Negrar, sostituirà il 50% dei test invasivi come la coronagrafia

Un sistema digitale in grado di replicare il comportamento dell’aorta del paziente in modo personalizzato e predittivo

Dall’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità2, un quarto degli italiani (25,6%) soffre di ipercolesterolemia e nel corso dell’anno sono circa 400mila le ospedalizzazioni per eventi cardiovascolari

Ti potrebbero interessare

Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole

Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”

Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia

Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano

Ultime News

Più letti