Scotti: Con più autonomia per alcune regioni sarà un disastro per l'Ssn
La Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) contesta la decisione adottata all'Aulss 6 Euganea veneta "dove i medici sembrerebbero estromessi per bando dalla selezione per due incarichi di direzione di distretto". A richiamare l'attenzione sulla vicenda è il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti, secondo il quale "ciò che sta avvenendo in Veneto è molto indicativo di quello che potrà avvenire in questo Paese in presenza di una maggiore autonomia regionale, ed è evidente che ci aspetta un futuro disastroso per il Servizio Sanitario Nazionale".
La delibera in questione è la numero 6 e taglia fuori la professione medica dalla funzione organizzativo-gestionale di una struttura. Si tratta, prosegue il segretario generale Fimmg, di funzioni che "hanno un'alta valenza sanitaria e sociosanitaria e proprio per questo la legge prevede che in questo ruolo vi sia un dirigente che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali, comprendendo anche un medico di medicina generale con una esperienza almeno decennale. Escludere i medici, e in particolare i medici della medicina generale, significa privare il distretto sanitario dell'esperienza maturata negli anni da chi ha realmente stabilito un rapporto fiduciario con il paziente e ne conosce le problematiche". Da qui l'appello al ministro della Salute affinché "intervenga con decisione perché si rispettino le leggi. Ci auguriamo - conclude Scotti - che il ministro Grillo si occuperà presto e con estrema fermezza di quanto sta avvenendo in Veneto considerando che il rispetto delle leggi dello Stato è la principale responsabilità di un ministro della Repubblica".
"Un lavoro di confronto possibile anche grazie all’impegno del ministro Schillaci e del sottosegretario Gemmato. Un cammino impegnativo e di visione, nel quale si è fatto il primo passo"
Le commissioni per l'appropriatezza prescrittiva dei distretti sanitari del territorio pontino hanno individuato 722 ricette fuori dai parametri previsti
Secondo la Consulta, si tratta di una misura straordinaria e temporanea giustificata dalla necessità di tutelare il diritto alla salute
A Bertolaso lettera con nodi da risolvere, sennò mobilitazione
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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