Le commissioni per l'appropriatezza prescrittiva dei distretti sanitari del territorio pontino hanno individuato 722 ricette fuori dai parametri previsti
Ancora una vola la scure di un'azienda sanitaria si abbette sui medici di famiglia. Cinque medici di medicina generale dovranno restituire complessivamente 15.851,77 euro alla Asl di Latina perché hanno prescritto farmaci in modo non conforme alle norme. Lo riporta IlMessaggero. La decisione, formalizzata con una delibera dello scorso 20 giugno, è stata presa al termine di un controllo a campione sulle prescrizioni dell'anno 2024. Le commissioni per l'appropriatezza prescrittiva dei distretti sanitari del territorio pontino, che si occupano di fare queste verifiche, hanno individuato 722 ricette fuori dai parametri previsti.
I trattamenti - si legge sul quotidiano romano - riguardano circa 200 assistiti. «Durante le attività di monitoraggio sono emerse prescrizioni effettuate al di fuori di quanto previsto dalle schede tecniche allegate all'autorizzazione dei farmaci», ha dichiarato la direttrice generale della Asl di Latina, Sabrina Cenciarelli. Dall'azienda sanitaria fanno sapere che le irregolarità segnalate sono di due tipi. La prima riguarda le quantità prescritte, superiori alle dosi massime autorizzate. In alcuni casi, i pazienti hanno ricevuto fino al doppio del numero previsto.
L'Asl sottolinea che non sono emersi elementi di natura disciplinare o penale. L'intervento - segnala IlMessaggero - si basa su un principio amministrativo: la sanità pubblica, tramite le aziende locali, può chiedere ai prescritti la restituzione delle somme spese per farmaci prescritti fuori dai limiti autorizzati, anche quando si tratta di un semplice errore tecnico. L'appropriatezza prescrittiva è uno degli strumenti fondamentali per mantenere l'equilibrio tra diritto alla cura e sostenibilità economica. Ogni anno, mediamente, i medici di famiglia producono 12mila ricette. E ogni prescrizione non è solo un atto clinico nei confronti degli assistiti, ma anche un impegno di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale.
La "mazzata" si abbatte su una categoria già vessata dal super lavoro, come emerge da un sondaggio condotto dalla Fimmg Lazio (Federazione italiana medici di medicina generale) sulla provincia di Latina, che ha coinvolto 55 professionisti del territorio. Dieci- unidici ore quotidiane di lavoro, 27 persone visitate in media al giorno. E tutto questo in periodi "ordinari", lontani da emergenze o picchi influenzali. E' la vita di un medico di medicina generale con 1000-1500 assistiti. Nel periodo considerato queste sono state in media le prestazioni erogate giornalmente da ogni medico di famiglia: 27 visite, di cui 16 programmate, 1,3 domiciliari, 11 urgenti in studio. Oltre alle visite, 28 consulenze al giorno, 6,3 richieste di prime visite specialistiche, 7,3 di visite specialistiche di controllo, 8,4 di esami strumentali; 10,3 di esami di laboratorio, 78,4 ricette per prescrizioni di farmaci; 7 certificati di malattia; 2,2 di esami e visite Cad per pazienti presi in carico in assistenza domiciliare; 1,3 di terapie riabilitative.
Complessivamente i cittadini che si sono recati nei 55 studi medici pontini coinvolti nel sondaggio sono stati 1.485, a conferma del ruolo capillare della medicina generale e della sua funzione di prima porta d’accesso al sistema sanitario nazionale. Nella stessa settimana sono state emesse 4.466 ricette, molte delle quali ripetitive e richieste dagli specialisti. La maggiore criticità emersa è però relativa al sovraccarico di lavoro amministrativo dovuto alla burocrazia, che non consente ai medici di concentrarsi completamente sulle reali esigenze cliniche dei pazienti. Sull'organizzazione del lavoro pesa infatti l'attività extra clinica, come appunto quella legata alla burocrazia, alle prescrizioni improprie che non vengono emesse direttamente dagli specialisti e che sono poi i medici di famiglia a dover fare, alle assicurazioni e alle prescrizioni dei farmaci.
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