Canali Minisiti ECM

La capacità mentale a 20 anni predice il rischio demenza over 60

Neurologia Redazione DottNet | 24/01/2019 15:26

Stimolare il cervello fin dall'infanzia protegge la memoria da anziani

La capacità intellettiva a 20 anni è predittiva del rischio di deficit cognitivi in età anziana: maggiori sono le abilità mentali (memoria, ragionamento, fluidità nel linguaggio etc) di un ventenne, minore sarà il suo rischio di sviluppare deficit cognitivi patologici dopo i 60. Lo rivela una ricerca svolta su oltre 1000 individui da scienziati della University of California San Diego School of Medicine. Lo studio, pubblicato sulla rivista PNAS, suggerisce che quindi bisogna agire presto sin dall'infanzia per stimolare le abilità mentali; rivela inoltre che elevati livelli di istruzione, lavori complessi e attività che tengono attiva la mente nell'adulto hanno in realtà un ruolo vantaggioso minoritario sul rischio futuro di demenza.

  Gli esperti hanno inizialmente studiato le abilità mentali dei partecipanti quando tutti avevano 20 anni. Poi le hanno riesaminate più volte negli anni a venire. I ricercatori hanno visto così che differenti abilità mentali di individui a 20 anni spiegano il 40% delle differenze in termini di capacità cognitive dopo i 60 anni. Per contro i livelli di istruzione e il tipo di occupazione e il cimentarsi in attività mentali (come cruciverba, letture etc) da adulti pesano solo per l'1% sulle future abilità cognitive.  "Il nostro studio - concludono gli autori - suggerisce che per potenziale la riserva cognitive e ridurre il rischio di declino cognitivo bisogna garantire un migliore accesso all'istruzione di qualità in infanzia e adolescenza".

pubblicità

fonte: pnas

Commenti

I Correlati

Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

Ti potrebbero interessare

Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

Ultime News

La medicina oculistica offre soluzioni sempre più raffinate: cristallini che, oltre a eliminare “l’appannamento” ridanno una vista normale, terapie efficaci per le patologie della terza età

Il 30–35% dei ragazzi di età inferiore ai 14 anni sia miope, in pratica uno su tre

Dall’analisi della retina l’AI può già individuare, come un esperto specialista, glaucoma, retinopatia diabetica, degenerazione maculare, retinopatia del prematuro

Il timore è che il virus si adatti e avvii il contagio interumano