I più colpiti sono gli urologi. Dal report è emerso che i numeri del 'burnout' "erano simili in tutti i contesti: dagli ospedali, alle cliniche, agli ambulatori fino agli ambienti accademici"
Stress, stanchezza, ansia e depressione possono nascondersi sotto il camice bianco. Quasi un medico su due è infatti colpito dalla 'sindrome del burnout', un esaurimento fisico e psicologico che può mettere a rischio la salute del professionista e non solo. E' quanto rivela una nuova indagine, 'Medscape National Physician Burnout, Depression & Suicide Report 2019', realizzata del portale scientifico online 'Medscape' su un campione di 15.069 dottori di 29 specialità diverse tra fine luglio e metà ottobre 2018.
"Il 44% degli intervistati ha avuto a che fare con i sintomi del 'burnout', in aumento rispetto al dato della precedente analisi (42%)", sottolineano i curatori. Il 53% ha confessato che questo stato "ha influito sull' assistenza del paziente", il 26% ha dichiarato "di essere meno motivato" e il 14% "ha detto di aver commesso errori che non avrebbe fatto se non fosse stato così stanco".
Dal report è emerso inoltre che "l' 11% dei medici dice di sentirsi di pessimo umore e triste, il 4% risulta clinicamente depresso. Inoltre, il 14% ha pensato al suicidio e l' 1% ha tentato di togliersi la vita". Quando i ricercatori hanno chiesto quali fossero le principali cause del 'burnout', il 59% degli intervistati ha risposto "l' enome mole di lavoro amministrativo", in particolare anche "l' uso delle cartelle cliniche elettroniche" (32%). Dal report è emerso che i numeri del 'burnout' "erano simili in tutti i contesti: dagli ospedali, alle cliniche, agli ambulatori fino agli ambienti accademici". Ma come affrontano lo stress e la stanchezza i medici a rischio? "L' esercizio (48%), seguito dal parlare con i familiari e gli amici (43%) e l' isolamento (41%)", sono le state le risposte più comuni. Tra gli specialisti che hanno meno probabilità di chiedere aiuto ci sono i chirurghi (17%), i nefrologi (19%) e gli urologi (20).
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
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