
Lo indica uno studio condotto su 18.349 individui dal gruppo di ricerca di "Lifepath", un progetto finanziato dall'Unione Europea
Condizioni di vita difficili, ad esempio problemi economici o una situazione di svantaggio sociale, possono ripercuotersi in maniera diretta sulla salute: sono infatti risultate collegate a maggior rischio di infiammazione cronica. Lo indica uno studio condotto su 18.349 individui dal gruppo di ricerca di "Lifepath", un progetto finanziato dall'Unione Europea il cui obiettivo è verificare come le condizioni socioeconomiche possano influenzare la salute fisica di un individuo a breve e a lungo termine. Lo studio è stato condotto da Richard Layte, del Trinity College di Dublino, e da Silvia Stringhini, dell'Università di Losanna. Dalla ricerca è emerso che più in un Paese c'é disuguaglianza sociale, misurata in termini di ampiezza del divario di reddito individuale, più i livelli di infiammazione medi della popolazione sono elevati.
Lo studio si è basato su dati relativi alla condizione socioeconomica del campione (di vari Paesi europei tra cui Portogallo, Svizzera, Irlanda) e su un esame del sangue per misurare i livelli individuali di infiammazione dell'organismo (tramite la concentrazione di un marcatore, la proteina C-reattiva). È emerso così un nesso tra scarse condizioni socioeconomiche e livelli elevati di infiammazione cronica. Lo studio porta l'ennesima prova che le condizioni di vita, oltre che gli stili di vita come fumo e alimentazione, possono avere un'influenza diretta sullo stato di salute della persona. Ulteriori studi saranno necessari per svelare i meccanismi biologici e molecolari che mediano l'effetto delle condizioni socioeconomiche sullo stato infiammatorio dell'organismo.
fonte: ansa
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