In 725.000 sono a letto. Epidemia in brusco aumento
Continua l'impennata dell'influenza, che la scorsa settimana ha costretto a letto ben 725.000 persone, per un totale di 3,6 milioni da inizio stagione. Più lenta nell'ascesa rispetto agli anni passati e ancora non arrivata al picco di diffusione, quella di quest'anno potrebbe essere però un'epidemia particolarmente aggressiva. Sono infatti già 39 i morti e 191 i casi gravi ricoverati in terapia intensiva. A rilevare il nuovo "brusco aumento" dei contagi è il bollettino settimanale di sorveglianza epidemiologica Influnet, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Nella quarta settimana del 2019 il livello di incidenza in Italia è stato pari a circa 12 casi per mille assistiti e a essere colpiti sono soprattutto i bimbi: sotto i cinque anni, infatti, l'incidenza è stata di 37 casi per mille assistiti.
Provincia Autonoma di Trento, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Calabria le Regioni maggiormente colpite. "Dopo un inizio a rilento - spiega Giovanni Rezza, responsabile del Dipartimento di Malattie infettive dell'Iss - siamo di fronte alla terza settimana consecutiva di rapida impennata dei contagi.
Lo scorso anno, precisa Rezza, "circolava soprattutto il virus di tipo B, che ha fatto 8 milioni di casi, ma era un virus non particolarmente aggressivo. Quest'anno circola soprattutto il tipo A, maggiormente collegato a complicanze in persone a rischio". Per questo, conclude l'esperto, "il numero di casi gravi quest'anno potrebbe esser maggiore in proporzione al numero totale di contagiati, che secondo le stime non dovrebbero superare i 6 milioni". L'epidemia intanto si diffonde in tutta Europa, con casi limite come in Bulgaria, dove 1.435 scuole resteranno chiuse almeno fino alla fine della settimana.
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Somministrato per iniezione due volte l'anno, il farmaco ha dimostrato un'efficacia di oltre il 99,9% nel prevenire il contagio negli adulti e negli adolescenti, talmente alta da poter essere considerato funzionalmente simile a un vaccino
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