L'incremento è stato bloccato dalla Fondazione che non si è voluta assumere la responsabilità dell’erogazione finché non sarà ratificata dai Ministeri vigilanti
Anche quest’anno mese di marzo avaro per i circa 110.000 pensionati dell’Enpam (tra cui numerosi ex medici di famiglia e loro orfani e vedove) che già pregustavano un seppur piccolo incremento della loro pensione. L’aumento dei trattamenti è stato infatti ancora una volta bloccato dalla Fondazione, che -con buona pace delle attese degli aventi diritto- non si è voluta assumere la responsabilità dell’erogazione, in quanto non ancora ratificata dai Ministeri vigilanti.La vicenda si origina dalla complessa procedura ministeriale di approvazione degli ultimi Regolamenti Enpam, perfezionata il 13 settembre 2017, laddove le autorità vigilanti hanno preteso che nel corpo dei Regolamenti medesimi fosse espressamente previsto che il provvedimento di rivalutazione è annualmente adottato con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, soggetta all’approvazione dei Ministeri Vigilanti, ai sensi dell’art. 3, comma 2, del D.Lgs. 509/1994.
Emilio Croce: "Il Consiglio di amministrazione, anche per quest’anno, ha scelto di riconoscere l’integrale rivalutazione Istat delle prestazioni"
Durigon: "Interverremo ancora sull’indicizzazione degli assegni: non è giusto dare la stessa inflazione a tutti, meglio sostenere le pensioni basse"
Molti sanitari hanno una posizione presso la Gestione Separata dell’Inps, dove sono indirizzati i contributi dei medici con contratto di formazione specialistica, oltre a quelli di coloro che proseguono la carriera universitaria
Oliveti: "Con quest’atto continua il nostro percorso di investimenti relativi all’attività professionale dei medici e odontoiatri nostri iscritti nella convinzione che questa sia la scelta giusta per finanziare le prestazioni previdenziali"
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