La radioterapia bersaglia il cancro con fasci di protoni e ioni carbonio
Nel 2018 sono stati 280 i pazienti italiani con un tumore raro trattati con l' adroterapia al Cnao di Pavia, il Centro nazionale di adroterapia oncologica. La radioterapia che bersaglia il cancro con fasci di protoni e ioni carbonio "è indicata in particolare per il trattamento di casi clinici resistenti alla radioterapia ai raggi X e non operabili di tumori rari come melanomi oculari, sarcomi ossei e dei tessuti molli, carcinomi adenoido-cistici delle ghiandole salivari, condrosarcomi, cordomi e meningiomi. Patologie che complessivamente colpiscono ogni anno circa 2.000 italiani", riferiscono dalla struttura lombarda alla vigilia della Giornata mondiale delle malattie rare (28 febbraio), promossa dalla federazione Eurodis che rappresenta 837 organizzazioni di pazienti in 70 Paesi. Al Cnao, uno dei 6 centri di adroterapia al mondo, sono stati già trattati complessivamente 1.183 malati dal 2011 a oggi.
L' adroterapia - ricorda una nota - fa parte delle cure inserite nei Livelli essenziali di assistenza e coperte dal Servizio sanitario nazionale. Insieme a Cina, Giappone e Germania, l' Italia è fra i 4 Paesi che a livello internazionale dispongono dell' adroterapia. I protoni e gli ioni carbonio per le loro caratteristiche fisiche sono in grado di colpire la massa tumorale con precisione, limitando gli effetti collaterali sui tessuti sani, ed efficacia biologica. Raggi-bisturi che al Cnao sono generati da un acceleratore di particelle di 80 metri di circonferenza e 20 di diametro, simile a quelli utilizzati al Cern di Ginevra per la ricerca, ma di dimensione più piccole, in grado di accelerare i fasci fino a un terzo della velocità della luce e di indirizzarli con precisione millimetrica sulla massa tumorale grazie a un complesso sistema di magneti.
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