Gerli (Sir), sia il primo step soprattutto per chi ha familiarità
Smettere di fumare può ridurre il rischio di artrite reumatoide, soprattutto nei casi in cui esiste una predisposizione familiare a questa malattia. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica 'Arthritis Care & Research', mostra, con grandi numeri, che farlo il prima possibile permette di ritardare o addirittura prevenire l'insorgenza della malattia. Il fumo di sigaretta è un noto fattore di rischio per l'artrite reumatoide, è associato a forme più gravi di malattia e a minor risposta alle terapie. Ma meno evidenze erano però finora disponibili sulle conseguenze dello smettere di fumare.
Per far luce su queste, i ricercatori del Brigham and Women's Hospital di Boston, negli Stati Uniti, hanno analizzato i dati di 230.
Al superamento dei 40 pacchetti, aumentava soprattutto il rischio di ammalarsi di artrite reumatoide sieropositiva, ma non di quella sieronegativa. Questo suggerisce, spiegano i ricercatori, "che le due forme di malattia potrebbero rappresentare dei fenotipi ben distinti e caratterizzati da diversi fattori di rischio". I ricercatori hanno inoltre notato che il rischio diminuiva se si era smesso di fumare da più tempo. "Alcuni geni - spiega Roberto Gerli, ordinario di Reumatologia presso l'Università di Perugia - possono dare una predisposizione all'artrite reumatoide e il fumo, soprattutto in questi pazienti, favorisce la malattia attraverso modifiche di proteine a livello polmonare, a loro volta in grado di innescare produzione di autoanticorpi e fenomeni infiammatori.
Lo studio mostra che chi ha smesso di fumare da molto tempo, ad esempio 30 anni, ha una riduzione significativa del rischio di ammalarsi, ma tale riduzione non si rileva in chi ha smesso da poco tempo". Questo significa conclude il presidente eletto della Società Italiana di Reumatologia (SIR), "che, se si ha un familiare con artrite, smettere di fumare dovrebbe essere un imperativo. Anche se non si hanno sintomi di malattia".
Fonte: Arthritis Care & Research
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