Le aziende sanitarie locali del Centro-Sud compravano medicinali, senza riuscire a pagarli, da case farmaceutiche del Nord
Per il presidente del Tar della Lombardia Angelo De Zotti si tratta di "malversazione" di cui saranno chiamate a rispondere numerose amministrazioni pubbliche, prevalentemente del Centro e del Sud. Il giudice ha scoperto un sistema collaudato in base al quale aziende sanitarie locali del Centro-Sud compravano medicinali, senza riuscire a pagarli, da case farmaceutiche del Nord le quali cedevano crediti a società di factoring che, a distanza di tempo, recuperavano tutto con interessi di mora che arrivano a superare il capitale a discapito della Sanità pubblica.
In pratica, come si legge nella relazione del presidente del Tar lombardo in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2019, un farmaco acquistato a 100, per il ritardo nel pagamento e per tutte le spese connesse è stato pagato in realtà 150 ("fatto scandaloso" per il magistrato). Queste "pratiche speculative", come le ha definite il presidente del Tar, hanno comportato una perdita per le casse pubbliche di svariati milioni di euro. Una vicenda che il presidente del Tar ha definito "un perfetto misfatto".
Il presidente uscente del TAR della Lombardia ha preannunciato che i responsabili dei ritardi ne risponderanno anche personalmente perché tutte le sentenze (emesse tra il 2017 e il 2018) saranno trasmesse alle Corti dei Conti per accertare il danno erariale che i funzionari pubblici dovranno rimborsare alle casse dello Stato, oltre a rispondere del possibile reato di malversazione. Il meccanismo consolidato è stato scoperto, quasi casualmente, dal Tar della Lombardia, dove il presidente Angelo De Zotti, nel settembre del 2016, si è ritrovato sulla scrivania il reclamo di un ottuagenario con il sigillo della Presidenza della Repubblica, che chiedeva al Capo dello Stato di "intercedere" appunto presso il Presidente del TAR di Milano perché fosse deciso un ricorso fermo da anni.
De Zotti ha quindi scoperto che giacevano seicentocinquanta ricorsi riferiti (al 90%) ad esecuzione di decreti ingiuntivi emessi a favore di aziende farmaceutiche (in particolare multinazionali con sede a Milano) e da queste cedute a società di factoring, con debitrici, appunto solo aziende sanitarie (ASST) del centro e del meridione d'Italia: ricorsi risalenti al 2011, 2012, 2013, 2014. "Si tratta sostanzialmente - spiega l'avvocato Bruno Santamaria, esperto di diritto amministrativo - di un uso illegittimo di denaro pubblico. Le società di factoring che hanno comprato i crediti delle case farmaceutiche a un valore poco più basso, sulla base dei decreti ingiuntivi già emessi hanno ricavato interessi di mora medi annui dell'8,5%, fino a punte del 10%. Un buon investimento, visto che è senza rischi - ha rimarcato l'avvocato Santamaria". In qualche caso la quota interessi ha superato perfino la quota capitale da restituire.
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