Il precedente in Molise. Il Commissario: la situazione è critica, alcuni reparti rischiano la chiusura
Blocco del turn over dovuto al Piano di rientro, concorsi banditi negli ultimi mesi che sono andati deserti, o quasi, rinunce dei giovani medici a prestare servizio in Molise, tentativo da parte del Commissario ad acta, Angelo Giustini, poi congelato dal ministero, di ricorrere alle prestazioni libero-professionali 'allargate' ai professionisti in pensione, ora, 'l'ultima spiaggia', il ricorso a medici militari in ausiliaria da impiegare per almeno cinque mesi. Èlo scenario della sanità molisana che si è delineato negli ultimi 12 anni da quando, cioè, la Regione ha firmato con i ministeri competenti, Economia e Salute, l'accordo per rientrare dal deficit sanitario.
Un susseguirsi di condizioni negative, dunque, che stanno determinando la paralisi in alcuni reparti degli ospedali regionali, Campobasso, Isernia, Termoli (Campobasso), Larino (Campobasso) e Agnone (Isernia), dove la cronica carenza di personale medico è ormai diventata consuetudine.
Per gran parte dei sindacati di categoria, però, questa era una scelta sbagliata nonostante Giustini la difendesse, 'rivendicandone' la paternità e citando altri esempi, come quello del Veneto. "Il Molise - le sue parole - su questo aspetto ha fatto da apripista". Adesso, dunque, un nuovo tentativo in attesa di conoscere il parere dei ministeri perché "ci sono reparti di vitale importanza che non possono essere chiusi per carenza di personale". Criticità che si riverberano anche sulle liste di attesa con tempi molto lunghi per sottoporsi ad alcune prestazioni nelle strutture dell'Asrem, con il caso più eclatante, 641 giorni, (monitoraggio Asrem, dello scorso 1/o aprile), per una visita oculistica all'ospedale 'Vietri' di Larino (Campobasso). Intanto sulla vicenda del ricorso a medici militari, il presidente della Regione, Donato Toma ha spiegato all'ANSA: "È una iniziativa della gestione commissariale - il suo commento - avrei preferito una soluzione più strutturata della crisi sanitaria molisana. Il pericolo - ha aggiunto - sta nel compromettere ulteriormente la reputazione della nostra sanità pubblica, senza mettere in dubbio la competenza dei medici militari, ma semplicemente perché ricorrere all'emergenza militare non aiuta la soluzione definitiva del problema".
I medici di famiglia dai 45.203 che erano nel 2013 sono diventati 37.983 nel 2023 (-7.220). In calo anche i pediatri (-999 in 10 anni per un totale nel 2023 di 6.706 unità)
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