Il 57% dei pazienti è vivo dopo 5 anni. La malattia diventa cronicizzabile
L'immunoterapia, che risveglia il sistema immunitario spingendolo a combattere il tumore, funziona contro il melanoma avanzato anche dopo la sospensione della terapia, con una sopravvivenza a lungo termine dei pazienti dopo la fine del trattamento. Lo dimostrano i dati aggiornati presentati con due studi al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), dai quali merge che il 'mix' di farmaci immunoterapici aumenta la sopravvivenza dei pazienti. Un'analisi a cinque anni dello studio CA209-004, il più lungo follow-up ad oggi che ha considerato l'efficacia dell'immunoterapia con la combinazione di due molecole (nivolumab e ipilimumab) in pazienti con melanoma avanzato, ha infatti dimostrato che in tutti i pazienti, dopo quattro anni o più, i tassi di sopravvivenza globale erano al 57%, ed il tasso di sopravvivenza globale tre anni dopo la sospensione della terapia era pari al 56%.
Inoltre un altro studio su oltre 900 pazienti, il CheckMate -067, ha evidenziato come la qualità di vita si conserva durante tutto il decorso del trattamento e nel follow-up e, ancor più importante, questi benefici sono mantenuti anche quando i pazienti sospendono la terapia. "Si tratta di un dato importante - afferma Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli - che conferma la validità dell'immunoterapia in combinazione, con oltre il 50% dei pazienti vivo dopo 5 anni e con una qualità di vita a lungo termine che si mantiene elevata. Possiamo quindi dire che il melanoma metastatico sta diventando sempre di più una malattia cronicizzabile". In Italia sono circa 14mila i casi di melanoma ogni anno: "Oggi circa mille di questi pazienti più gravi l'anno - afferma l'esperto - non muoiono più e vedono la malattia cronicizzarsi. Un numero impensabile fino a pochi anni fa, quando la prognosi per i pazienti più gravi era assolutamente infausta". Al momento, però, in Italia questa combinazione immunoterapica "è approvata ma non rimborsata dal Servizio sanitario nazionale e questo - conclude l'esperto - determina purtroppo seri problemi di accesso dei pazienti alla terapia".
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