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Specializzandi in ospedali, incostituzionale per 100 docenti. Anaao: bene il Dl

Professione Redazione DottNet | 06/06/2019 14:15

Il sindacato: "I baroni universitari alzano le barricate contro ogni tentativo di cambiare un sistema di formazione medica post-laurea del cui fallimento sono i principali responsabili"

Sono pronti a firmare un ricorso alla Corte costituzionale contro il Decreto Calabria - che consente il reclutamento in Asl e ospedali di personale medico non ancora specializzato - oltre 100 docenti tra ordinari e associati dell'Università Federico II di Napoli, direttori di Scuole di specializzazione, presidenti di Scuole di Medicina, di Corsi di Laurea e direttori di Dipartimento universitari delle due università di Napoli. Coinvolti nella mobilitazione anche la conferenza dei Rettori e le associazioni nazionali dei docenti. I docenti hanno intanto inviato, in Pec, una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, ai presidenti dei due rami del parlamento, ai capigruppo di Camera e Senato e al presidente dei Rettori universitari italiani (Crui) in cui puntano il dito, col conforto di pareri legali, sui chiari profili di incostituzionalità del decreto riguardo, appunto, all'utilizzo di medici non ancora specializzati nei ruoli del Servizio sanitario nazionale. "I profili di incostituzionalità - avverte Maria Triassi (nella foto) direttore di dipartimento e tra i primi firmatari del documento - sono chiari. In gioco ci sono la qualità dell'assistenza e il rischio di uno scenario di profonda dequalificazione della formazione specialistica medica e di conseguenza della qualità dell'assistenza pubblica che assumerebbe sempre di più i connotati dei Suburban hospitals statunitensi, luoghi di cura ove avviene l'apprendistato più che la formazione dei giovani laureati".

 L'Anaao Assomed considera razionale ed immodificabile la via di uscita indicata dalla Camera in sede di conversione del Dl Calabria e sostenuta dal Ministro della Salute Giulia Grillo sulla carenza dei medici specialisti. "La possibilità di assumere - scrive in una nota il sindacato - prima a tempo determinato e poi indeterminato, i medici specializzandi alla fine del loro percorso formativo, anticipa la loro età di ingresso nel mondo del lavoro, con evidenti benefici sul turnover, sul ricambio generazionale del sistema e sul loro conto previdenziale". "Ma, si sa - commenta Carlo Palermo, Segretario nazionale Anaao Assomed - gli specializzandi sono 'proprietà' dell'Università, forza lavoro a basso costo necessaria per giustificare le migliaia di primariati universitari. Così, un mondo che si sente, ed è stato autorizzato da tutti i governi a sentirsi altro rispetto all'interesse nazionale, oggi scende in campo per porre veti e minacciare ricorsi, non si capisce a che titolo. Mentre ieri ha assistito muto, e interessato, allo scempio dei LEA e dell'articolo 32 della Costituzione, perpetrato in molte Regioni".

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  "I baroni universitari - continua - alzano le barricate contro ogni tentativo di cambiare un sistema di formazione medica post-laurea del cui fallimento sono i principali responsabili e gli unici a non accorgersi. Gridano alla compromissione della qualità dell'assistenza, nell'ipocrisia del si fa ma non si dice che omette di rivelare che già oggi nei loro policlinici usano i medici in formazione per l'attività assistenziale, da soli, di giorno e di notte". "È da irresponsabili tentare di affossare l'unica strada percorribile a fronte della babele in cui le autonomie regionali stanno precipitando la più grande infrastruttura sociale del Paese, con la pretesa di mantenere nel chiuso di pochi Policlinici universitari più di 30.000 medici, e non studenti, laureati, abilitati e pagati dalla collettività". 
   

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