Lo conferma uno studio appena pubblicato dal Medical Journal of Australia
Ridurre l’uso di antibiotici ad ampio spettro negli ospedali protegge i pazienti da insorgenze di superbatteri resistenti, come conferma uno studio appena pubblicato dal Medical Journal of Australia. I ricercatori dell’Università di Newcastle e dell’ospedale John Hunter della stessa città a nord di Sydney osservano che l’uso improprio di antibiotici aiuta i batteri ad aumentare la resistenza, rendendo più difficile il trattamento delle infezioni. I ricercatori hanno investigato l’impatto di una scarsità internazionale di piperacillin/tazobactam (PT), che nel 2017 ha portato alla sua sostituzione con amoxicillin/clavulanate per via endovenosa.
La riduzione del PT ad ampio spettro è risultata associata a un’incidenza ridotta del superbatterio detto VRE negli ospedali australiani: prima della scarsezza del PT ad ampio spettro vi erano stati 191 casi di VRE ma durante tale scarsezza i casi si sono ridotti a 101. Allo stesso modo, i casi di stafilococco aureo resistente alla meticillina sono diminuiti da 53 a 31 casi nello stesso periodo. Lo studio suggerisce che migliori pratiche di prescrizione assicurano benefici a livello locale. Mentre molti ospedali australiani hanno cercato di migliorare le loro pratiche, circa un quarto del ricorso ad antibiotici è tuttora inappropriato.
fonte: Medical Journal of Australia
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