L'indagine è nata a Catania ma è dilagata in tutta Italia. Focus su cento gare
Un codice di comportamento sommerso per predeterminare nell'Università di Catania gli esiti dei concorsi, che venivano 'cuciti' addosso a chi doveva vincerli. Nessuno spazio per il merito. Gli altri candidati erano "da schiacciare" e chi osava fare ricorso se la doveva "piangere". E' il 'vaso di Pandora' scoperchiato dalla Digos della Questura di Catania in una indagine coordinata dalla Procura etnea sfociata stamane nella sospensione da parte del Gip del Rettore dell'Università del capoluogo etneo, Francesco Basile, e di altri nove professori con posizioni apicali all'interno dei Dipartimenti dell'Ateneo, tutti indagati per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta. Alla faccia della meritocrazia, gli indagati favorivano chi faceva parte della cricca, costringendo gli allievi più meritevoli a lasciare il concorso e magari a emigrare in altre città se non all'estero. Una pratica molto diffusa come ormai è ben noto, quella del nepotismo, che nasce anche in seno alle tante lobby, sociali e religiose.
L'operazione è stata denominata 'Università bandita'.
Per le elezioni del CdA sarebbero anche stati usati dei 'pizzini' per i componenti del Senato accademico. Le regole del codice sommerso prevedevano anche sanzioni: ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico. Il sistema, secondo gli investigatori, non sarebbe riferito solamente all'Università etnea ma sarebbe esteso ad altri Atenei italiani. Il provvedimento del Gip - per il rettore ed i nove professori erano stati chiesti gli arresti domiciliari - è stato emesso sulla base di indagini svolte dal giugno del 2016 al marzo del 2018 partite da una querelle che c'era stata in precedenza tra un professore e l'ex rettore Pignataro e che riguardava una procedura amministrativa. Dopo quella vicenda, il giorno della sua elezione, Basile, incontrando Pignataro avrebbe chiesto se la stanza fosse stata bonificata da eventuali cimici. Tutti i concorsi, secondo chi indaga, sarebbero stati organizzati prima, sulla base del vincitore.
Il bando, secondo gli accertamenti della digos, sarebbe stato costruito ad hoc attorno al vincitore, le pubblicazioni sarebbero stata stabilite in base a quelle che lui aveva e l'ordine di chiamata sarebbe stato deciso in base alla possibilità di avere una persona invece che un'altra. Si sarebbero inoltre creati finti eventi culturali per poter pagare le trasferte ai commissari. Durante un incontro con i giornalisti il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro ha parlato di un sistema "squallido di nefandezze" e di "sistemi criminali organizzati non mafiosi che posso produrre effetti devastanti". Per il Procuratore di Catania si tratta di "fatti estremamente gravi che non fanno onore a persone che dovrebbero appartenere al mondo della cultura".
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
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