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Eccesso di caffeina in gravidanza mette a rischio il fegato del nascituro

Endocrinologia Redazione DottNet | 25/07/2019 16:20

Lo rileva una ricerca della Wuhan University in Cina, pubblicata sul Journal of Endocrinology

Troppa caffeina in gravidanza può far male allo sviluppo del fegato dei bebè e aumenta il rischio di malattie epatiche da adulti. Lo rileva una ricerca della Wuhan University in Cina, pubblicata sul Journal of Endocrinology. Lo studio, svolto sui topi in gravidanza, mostra che quelli a cui era stata somministrata caffeina in abbondanza (pari a 2-3 tazze e oltre) avevano piccoli con peso alla nascita inferiore, livelli di ormone dello stress e crescita alterati e un anomalo sviluppo del fegato. Precedenti ricerche hanno indicato che l'assunzione di caffeina prenatale pari 300 milligrammi al giorno o più nelle donne, circa 2-3 tazze di caffè al giorno, può comportare un peso alla nascita inferiore dei bimbi. Studi sugli animali hanno inoltre suggerito che il consumo di caffeina può avere effetti a lungo termine più dannosi sullo sviluppo del fegato con una maggiore suscettibilità al fegato grasso.

In questo esperimento, i ricercatori hanno evidenziato che i topolini esposti alla caffeina presentavano livelli più bassi del fattore di crescita insulino-simile (IGF-1) e livelli più alti dell'ormone dello stress (corticosteroidi) alla nascita.

Dopo il parto lo sviluppo del fegato ha mostrato poi una fase compensativa di "recupero", caratterizzata da un aumento dei livelli di IGF-1, che è importante per la crescita. Ma lo squilibrio può causare problemi."L'aumentato rischio di malattia del fegato grasso causata dall'esposizione prenatale alla caffeina- spiega infatti Yinxian Wen, co-autore dello studio- è probabilmente una conseguenza di questa attività postnatale di compensazione e potenziamento". "Il nostro lavoro - conclude- suggerisce che la caffeina non fa bene ai bebè e sebbene i risultati debbano ancora essere confermati nell'uomo, raccomanderei alle donne di evitare la caffeina durante la gravidanza".

fonte: Journal of Endocrinology

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