Sono squadre multidisciplinari di specialisti che accompagnano il paziente per tutto il percorso diagnostico-terapeutico
I tumori si vincono con un gioco di squadra, il "tumor board", la nuova frontiera nella lotta al cancro: si tratta di squadre multidisciplinari di specialisti che accompagnano il paziente per tutto il percorso diagnostico-terapeutico, massimizzandone le chance di guarigione. Ogni centro oncologico dovrebbe avere questo tipo di organizzazione, ma in Italia la loro diffusione è ancora a macchia di leopardo.
Lo spiega Americo Cicchetti (nella foto), direttore dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell'Università Cattolica di Roma, promotrice, in occasione del suo Decennale, di uno "statement" sull'argomento, con la proposta di far divenire il tumor board una realtà diffusa in tutti i centri oncologici del paese e la speranza che in futuro entri a far parte dei LEA affinché ciascun paziente abbia accesso a cure eccellenti ovunque si trovi.
In Italia il lavoro in "team", soprattutto in oncologia, si sta diffondendo rapidamente anche se, purtroppo, ancora non ovunque e con modalità diverse tra centro e centro. Mentre in altri paesi il tumor board è già realtà: ad esempio in Francia dal 2003, grazie al Plan Cancer 2003-2007, è reso obbligatorio il parere del tumor board per la gestione di ogni singolo caso clinico. Il Ssn Italiano, sottolinea Cicchetti, ha l'esigenza di adottare tutte le politiche che concilino l'accesso alle cure con la sostenibilità economica. Per farlo, conclude, diventa dirimente, oltre alla valutazione delle risorse richieste, anche un'organizzazione che consenta la presa in carico multidisciplinare della persona malata e la gestione integrata di terapie verso una sempre maggiore personalizzazione delle cure.
Lo studio, riportato nell'articolo dell’ International Journal of Molecular Sciences, si deve al Systems Biology Group Lab dell’Ateneo di Roma, diretto dal prof. Mariano Bizzarri, in collaborazione con la Aurora Biosearch di Bollate
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