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Big data e salute per una medicina a misura d'uomo

Sanità pubblica Redazione DottNet | 02/10/2019 11:55

L'evento a Roma. Tra i relatori il ministro dell'Ambiente Costa. Merqurio è tra i partner

Sanità e individuo per una medicina sempre più a misura d’uomo attraverso l’utilizzo dei big data. La terza edizione della Conferenza Internazionale BDH2019 (Big Data in Health), in programma a Roma fino al 4 ottobre, dà voce a tutti i soggetti della filiera impegnati nelle analisi e nelle applicazioni  legate ai dati medico-sanitari. L’evento, che ha tra i principali attori Merqurio, intende condividere  i risultati scientifici e le linee di ricerca attuali, le best practices già in essere e con un’attenta analisi sulla privacy dei pazienti e la sicurezza delle infrastrutture che devono proteggerli.

A dare voce ai progetti e agli aspetti più rilevanti delle relazioni fra ambiente, stili di vita e salute il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ("Gli strumenti matematici e geostatistici per lo studio della complessita' ambientale e delle possibili relazioni con la salute umana appresentano uno strumento fondamentale per la comprensione dei processi che possono impattare sulla qualità della vita"), il presidente del CNR Massimo Inguscio, l’Istituto Superiore di Sanità, SNPA-AssoArpa, Ministero della Salute, Agcom, Agid, Federsanità, Google Cloud, Eni, Darktrace e molti altri. L’organizzazione è stata curata da Big Data in Health Society con la collaborazione del Cnr, dell’Istituto Superiore di Sanità, del Campus Biomedico e dall’Università di Salerno. "I dati sono il nostro nuovo oro - dice Antonio Scala, chair della conferenza, ricercatore dell' Istituto dei sistemi complessi del Cnr e presidente della Big Data in Health Society, la neonata associazione che ha promosso l' appuntamento - Per beneficiarne dobbiamo sapere come estrarlo, raffinarlo e lavorarlo, mettendo insieme competenze multiple e creatività. Questa nuova edizione di Big Data in Health si propone come luogo in cui i vari attori del mondo della sanità e della salute si incontrano per fare rete e affrontare insieme i nodi centrali della questione, nella speranza di non perdere quella che forse può essere considerata la nostra più importante occasione di migliorare la salute e la sanità italiana".

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"L' uso dei cosiddetti Big Data e di strumenti analitici sempre più accurati - sostiene Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell' Istituto superiore di sanità - potrebbe contribuire a migliorare assistenza e cure, ridurre i costi associati alle prestazioni sanitarie, predire e prevenire fenomeni epidemici. Nulla è assicurato, ma prepararsi a sfruttare sempre meglio tecnologie innovative è un dovere di chi lavora oggi nella sanità pubblica a livello regionale, nazionale e globale". "Oggi - puntualizza Tiziana Frittelli, presidente di FederSanità - le aziende sanitarie non possono più operare senza avere quelle informazioni che possono derivare dall' impiego, nel rispetto del Regolamento europeo, dei dati sanitari, sia per garantire la continuità delle cure tra settori sanitari specialistici, sia soprattutto tra questi e la rete delle cure primarie. Di pari importanza è l' impiego dei dati per la ricerca finalizzata alla valutazione degli esiti delle cure in rapporto ad esempio ai cambiamenti organizzativi o all' introduzione di nuove tecnologie. Non sempre infatti le nuove tecnologie significano automaticamente miglioramento degli esiti delle cure, ma talvolta al contrario producono, oltre che miglioramento delle cure stesse, una riduzione dei costi di ospedalizzazione o di tipo previdenziale. Non possiamo perdere questa opportunità".

Il focus principale è sulla mole di dati che vengono utilizzati nella ricerca di nuovi farmaci, della modellizzazione delle interazioni delle proteine e del genoma, nella messa a punto di nuovi strumenti diagnostici. E con l’utilizzo dei dati è possibile appunto verificare la distribuzione dei  servizi sanitari, la loro accessibilità attraverso l’analisi del reddito per giungere a una più equa distribuzione dei servizi.La novità di quest’anno  di BDH2019 riguarda lo studio incrociato di basi dati multiple, per sviluppare “mappe della salute” che esplorino le correlazioni fra ambiente, stili di vita e salute.

Nel dettaglio,  il primo giorno della conferenza gli esperti esplorano anche la possibilità di creare nuove basi di dati che, grazie anche all' interesse e alla partecipazione dei cittadini, possono arricchire ulteriormente i nostri già preziosi Big Data. Ampio spazio è stato riservato all' accessibilità dei dati e alla necessità di 'standardizzarli' per poterli integrare. Nella seconda giornata, il 3 ottobre, viene trattato il tema del bilanciamento fra il diritto alla privacy e il diritto alla salute. Il terzo e ultimo giorno, il 4 ottobre, è dedicato a come i Big Data hanno rivoluzionato e rivoluzioneranno molti ambiti della sanità e della medicina: dalla diagnostica con l' avvento della radiomica, cioè della possibilità di 'trasformare' le immagini mediche in informazioni di tipo quantitativo, alla cura con ad esempio gli studi sull' elettroceutica, fino alla gestione dei servizi sanitari, come lo studio di nuove applicazioni per classificare le emergenze mediche.
 

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