Il fumo accelera la diminuzione fisiologica della capacità polmonare
Non è così vero che fumare poche sigarette al giorno non fa male. Causa comunque un danno a lungo termine ai polmoni. Questo l'avvertimento che arriva da una ricerca del Columbia University Irving Medical Center, pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine. I ricercatori hanno esaminato in particolare la quantità di aria che si può inspirare ed espirare in fumatori, ex-fumatori e non fumatori. La funzione polmonare diminuisce naturalmente con l'età (a partire dai 20 anni) ed è noto che il fumo accelera questo processo. Sono stati presi in esame i dati relativi a 25352 persone, tra i 18 e i 93 anni, e proprio grazie a questo campione abbastanza ampio gli studiosi hanno potuto osservare le differenze nella funzione polmonare tra chi fumava meno di cinque sigarette al giorno e chi si attestava a più di 30. L'analisi ha rivelato che la funzione polmonare in chi fuma seppur poco diminuisce a un ritmo molto più vicino a quello dei fumatori pesanti piuttosto che dei non fumatori.
Rispetto al tasso di declino di questa funzione in un non fumatore, impostato a zero, quello aggiuntivo per i fumatori cosiddetti leggeri è di 7,65 ml/anno, mentre arriva a 11,24 ml/anno per i fumatori pesanti.
fonte: The Lancet Respiratory Medicine
La notizia è stata ufficializzata in una lettera firmata dal Direttore Regionale OMS per l’Europa, Dr. Hans Henri P. Kluge
I risultati di uno studio di Monzino e Università Statale di Milano identificano nell’infiammazione di basso grado e nell’attivazione piastrinica la causa dei danni polmonari
Il processo decisionale condiviso migliora l’aderenza terapeutica, educa al trattamento e favorisce lo stile di vita più idoneo al paziente, con un impatto positivo sul decorso della Sclerosi Multipla (SM) e sulla qualità di vita
È il dato che emerge da uno condotto dalla Unità operativa complessa di Pneumologia dell'Ospedale Luigi Sacco di Milano, in collaborazione con l'Ospedale Civico Codogno (Lodi)
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Commenti