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Rischio autismo con il paracetamolo in gravidanza

Neurologia Redazione DottNet | 31/10/2019 16:23

Trovate tracce del farmaco in sangue cordone ombelicale neonato

Assumere paracetamolo in gravidanza (il comune antidolorifico che da sempre viene consigliato alle gestanti in caso di febbre o dolori durante i nove mesi) potrebbe aumentare il rischio di autismo e sindrome da iperattività e deficit di attenzione (ADHD) per il nascituro. È quanto emerso da uno studio su quasi 1000 coppie mamma-bambino, i cui risultati sono apparsi sulla rivista JAMA Psychiatry. "I nostri risultati corroborano quelli di studi precedenti che si basavano però semplicemente sulle dichiarazioni materne in merito all'assunzione di paracetamolo in gravidanza" - ha spiegato Xiaobin Wang, della Johns Hopkins School of Medicine a Baltimora, coordinatore del lavoro che, invece, "fornisce una prova obiettiva dell'esposizione fetale al paracetamolo in utero"

.Infatti lo studio si basa sulla misura della concentrazione dei sottoprodotti del metabolismo dell'analgesico nel sangue del cordone ombelicale.

È emerso che maggiore è la concentrazione di queste tracce di farmaco nel sangue cordonale, maggiore è il rischio che il bambino a 9 anni soffra di autismo o di ADHD.  I bambini il cui sangue cordonale presentava le concentrazioni maggiori di metaboliti del paracetamolo avevano un rischio quasi triplo di ADHD rispetto ai coetanei il cui sangue cordonale presentava pochissime tracce del farmaco; inoltre avevano un rischio più che triplo di sviluppare l'autismo.  Resta da chiarire in quale fase della gravidanza sia eventualmente pericoloso prendere il paracetamolo e anche se non sia il farmaco di per sé ad aumentare il rischio, ma piuttosto i motivi per cui viene assunto in gravidanza che, in questo studio, non sono stati indagati. Lo studio apre quindi a nuovi interrogativi cui solo ulteriori ricerche potranno dare risposta.

fonte: JAMA Psychiatry

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