Canali Minisiti ECM

L'infiammazione ha un impatto negativo sulla prontezza del cervello

Neurologia Redazione DottNet | 18/11/2019 14:18

Influisce sull'attività cerebrale legata allo stato di allerta

Sentire la testa 'annebbiata' che fa fare le cose con più lentezza, cosa tipica di quando si è malati, ha una sua causa: l'infiammazione. A dirlo è uno studio realizzato dalle Università di Birmingham e di Amsterdam che è stato pubblicato su Neuroimage. L'infiammazione sembra avere un impatto particolarmente negativo sulla prontezza del cervello a raggiungere e mantenere uno stato di allerta. All'analisi hanno partecipato 20 giovani che sono stati vaccinati contro il tifo: un'attività di prevenzione che provoca un'infiammazione temporanea ma che ha pochi altri effetti collaterali. Dopo ciò gli studiosi hanno testato le loro risposte cognitive ad alcune immagini in modo da poter misurare la capacità di controllare l'attenzione

 In un giorno diverso, invece, i 20 hanno ricevuto un'iniezione placebo prima di eseguire analoghi test di attenzione.

  I risultati hanno mostrato che l'infiammazione ha influito in modo specifico sull'attività cerebrale correlata allo stato di allerta, mentre gli altri processi di attenzione non sono stati influenzati dall'infiammazione. Per Leonie Balter, la prima autrice dello studio, "comprendere meglio le relazioni tra infiammazione e funzione cerebrale ci aiuterà a studiare altri modi per trattare alcune di queste condizioni. Ad esempio, la ricerca potrebbe dimostrare che i pazienti con condizioni associate a infiammazione cronica, come obesità, malattie renali o Alzheimer, potrebbero trarre beneficio dall'assunzione di farmaci antinfiammatori per aiutare a preservare o migliorare la funzione cognitiva".

pubblicità

fonte: Neuroimage

Commenti

I Correlati

Il grande database clinico raccoglie la storia di 94.000 persone con SM e patologie correlate. Un patrimonio unico di dati di "real world"

Attualmente la discussione parlamentare è arenata nell’attesa della presentazione da parte del Ministero della Salute della relazione tecnica da tempo richiesta da parte della Commissione Bilancio

Attualmente non esiste una cura, quindi identificare e trattare i fattori che riducono il rischio, come la depressione, è un'importante priorità di salute pubblica

La comunicazione alterata tra cellule del cervello chiave nella progressione della malattia

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti