Canali Minisiti ECM

Mezzo milione di italiani non può comprarsi i farmaci

Farmaci Redazione DottNet | 05/12/2019 13:32

Nel 2019 si è raggiunto il picco di richieste dagli enti assistenziali

Aumenta la povertà sanitaria in Italia. Quest'anno quasi mezzo milione di persone (473.000 per la precisione) non ha potuto acquistare i farmaci di cui aveva bisogno per ragioni economiche e la richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali ha raggiunto il picco degli ultimi 7 anni con oltre un milione di confezioni di medicinali (+4,8% rispetto al 2018). Lo segnala il 7° Rapporto sulla povertà sanitaria, presentato a Milano dalla Fondazione Banco Farmaceutico e BFResearch.

Le difficoltà non riguardano solo le persone indigenti: complessivamente 12,6 milioni hanno dovuto limitare almeno una volta durante l'anno la spesa per visite mediche e controlli periodici di prevenzione (dentista, mammografia, pap-test) per ragioni economiche. In media ogni persona spende 816 euro l'anno per curarsi, contro i 128 di chi è povero. Tuttavia le famiglie non povere spendono per i farmaci non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale il 42% del proprio budget sanitario, mentre quelle povere il 62,5%, perché possono investire meno in prevenzione. Particolarmente significativa ad esempio è la spesa delle famiglie povere per il dentista e per i servizi odontoiatrici (solo 2,19 euro al mese, contro 31,16 euro del resto della popolazione), per l'acquisto di articoli sanitari (0,79 euro al mese contro 4,42 euro) e per i servizi medico ospedalieri (4,61 euro contro 19,10 euro).  La quota di spesa farmaceutica totalmente a carico delle famiglie (non coperta dal Ssn) è passata dal 37,3% al 40,3%. Ad essere richiesti sono soprattutto i farmaci per il sistema nervoso (18,6%), per il tratto alimentare e metabolico (15,2%), l'apparato muscolo-scheletrico (14,5%) e respiratorio (10,4%). Servono, inoltre, presidi medici e integratori alimentari.

pubblicità

In questo quadro sono le famiglie con figli, povere e non, quelle costrette più spesso a dover limitare o rinunciare alle spese per visite mediche e controlli di prevenzione: lo fa il 22,9%, contro il 19,2% di quelle senza prole. "In Italia, le famiglie con figli minori, sia povere che non, sono penalizzate nell'accesso alle cure e, per ragioni economiche, devono rinunciare o rinviare delle cure in misura superiore alle altre - commenta Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus - Speriamo che questo rapporto contribuisca alla presa di coscienza di tale situazione e del fatto che senza migliaia di enti e associazioni che in tutta Italia offrono assistenza socio-sanitaria gratuita agli indigenti, il quadro sarebbe ancora più drammatico". 

Commenti

I Correlati

Il colosso si prepara a sbarcare in Italia con un negozio fisico di beauty e farmaci senza prescrizione medica

Dal report emerge come per prime visite specialistiche in una Classe B (breve), da svolgersi entro 10 giorni i cittadini hanno atteso anche 60 giorni per la prima visita cardiologica, oncologica e pneumologica

Fvm: "Ancora vuoto strategico e discriminazioni per noi, figli di un dio minore"

E chiedono un tavolo col Ministero della Salute per la valorizzazione della Professione medica

Ti potrebbero interessare

Nel 2022 713 sperimentazioni e 1,9 miliardi di investimenti

Annullate le decisioni che bloccarono la commercializzazione del farmaco Hopveus

“La Federazione è impegnata in questo senso a dare indicazioni ben precise ai propri iscritti, ai medici, per un uso assolutamente appropriato di questa sostanza che è un presidio fondamentale per la cura del dolore”

Schillaci: "L'utilizzo distorto può comportare effetti devastanti sulla salute delle persone, come tragicamente testimoniano i tanti decessi avvenuti negli ultimi anni, in particolare negli Stati Uniti"

Ultime News

Il colosso si prepara a sbarcare in Italia con un negozio fisico di beauty e farmaci senza prescrizione medica

Dal report emerge come per prime visite specialistiche in una Classe B (breve), da svolgersi entro 10 giorni i cittadini hanno atteso anche 60 giorni per la prima visita cardiologica, oncologica e pneumologica

Fvm: "Ancora vuoto strategico e discriminazioni per noi, figli di un dio minore"

E chiedono un tavolo col Ministero della Salute per la valorizzazione della Professione medica