Per il personale Ssn ridotto dal 2009 del 6,33% il potere d'acquisto
Tagli e spending review decennali hanno tolto in media il 6,33% di potere di acquisto dalle retribuzioni del personale del Servizio Sanitario Nazionale. E gli aumenti col nuovo contratto sono solo un placebo. Lo rileva un'analisi del Centro studi Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), focalizzato al 2009-2017. "Tra legge di bilancio e nuovi contratti - spiega Fnopi - c'è una nuvola nera che si addensa sul personale dell'Ssn: aumenti davvero all'osso e perdita di potere di acquisto che dall'ultimo contratto 'normale', del 2009, ha tolto alle buste paga una media del 6,33% del potere di acquisto con una forbice tra poco più dell'1 e circa il 10% in base alle categorie professionali".
Alla perdita economica si associa quella sempre dal 2009 in poi di circa 25mila unità di personale (infermieri in testa con quasi 12mila organici in meno). Oggi la carenza di infermieri si assesta secondo Fnopi su oltre 50.000 unità che con l'effetto di Quota 100 potrebbero salire in pochi anni (tre) anche fino a 76mila."Studi internazionali- rileva la Fnopi- hanno dimostrato che troppi pazienti per ogni infermiere aumentano il rischio di mortalità: dovrebbero essere 6 in media e in Italia vanno dai circa 8 delle Regioni più virtuose agli oltre 17 di quelle con minori organici. E per le pediatrie le cose vanno anche peggio: i pazienti 'ideali' scendono a 2 e la media in realtà è di quasi il doppio".L'aumento del rischio di mortalità è tra il 25 e il 30%. "Mancano professionisti, mancano anche gli infermieri - conclude la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli - a mancare, però, è soprattutto un equilibrato rapporto tra i professionisti che si realizzi attraverso lo sviluppo delle competenze.Serve una visione più ampia e coraggiosa".
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